Page 378 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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I MILITARI ITALIANI NELLA RESISTENZ A BALCANICA 377
Dò quindi le seguenti disposizioni: i muli che erano accantonati fuo-
ri del caposaldo dovevano rientrare, quattro mortai da 81 si spostassero
a ridosso del presidio e rinforzassero una compagnia che dominava la pia-
nura antistante la dislocazione delle truppe tedesche e che i quattro pezzi
da 65/71 si spostassero in posizione dominante per battere sia i nodi stra-
dali quanto l'accantonamento tedesco.
Verso il tardo pomeriggio tutto era disposto secondo gli ordini im-
partiti. La truppa, calma, serena, ignara di quanto stavo predisponendo,
essendo stata mia cura avvisare gli ufficiali che ad essa nulla trapelasse
giacché non mi fidavo soverchiamente circa la segretezza dei militari. Alle
ore 18.00 nuovo abboccamento coi tedeschi i quali mi informano che l'e-
ventuale disarmo si doveva effettuare l'l l o ill2; in tale frattempo io avrei
potuto influire sui miei uomini per avere la loro completa adesione.
Verso le 22.00 mandai il Tenente Amerio a conferire con uno dei
capi della montagna per prendere gli ultimi accordi circa il passaggio del
battaglione, al completo di armi e materiali, in cambio della garanzia scritta
che non sarebbero avvenute ritorsioni da parte loro, che mi fossero resi
gli onori e conservate le armi e l' organicità del reparto, dando da parte
mia l'assicurazione di una cooperazione leale e sincera, onde scacciare il
tedesco dalla Grecia.
Al mattino del 10 verso le ore 6 antimeridiane il Tenente Amerio
rientra portandomi l'assicurazione formale che tutte le proposte erano state
approvate e che la notte sul l 0-11 vi sarebbero stati, in una posizione de-
licata, 500 "Andartes" per difendere un mio fianco molto scoperto. Riu-
nisco nuovamente gli ufficiali, i quali approvano il mio operato, ma
aderiscono con meno entusiasmo di quello atteso: il che mi dà adito a dei
sospetti. Li invito quindi ad avvisare la truppa perché si prepari, si vesta
in panno e si alleggerisca, ed ho in poco tempo la sensazione che la massa
abbia aderito giacché i visi dei soldati erano allegri, tutti vestiti in panno
ed intenti a distruggere documenti personali e oggetti inutili. Alla mensa
rinoto un atteggiamento strano tra i miei ufficiali e non vedo la certezza
di poche ore prima. Pensai che erano nubi passeggere dato il difficile pas-
so che stavamo per compiere. Mi ritiro spossato a riposare ma verso le
16.00 il Capitano Pontiroli mi si presenta prospettandomi il fatto che gli
ufficiali non si sentivano tranquilli a seguirmi perché avevano timore dei
grect.
A nulla valsero le mie parole. Non avevo nessuna autorità morale
su di essi, giacché ero giunto al battaglione da solo poche ore, pertanto,
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