Page 380 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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l  MILITARI  ITALIANI  NELLA  RESISTENZA  BALCANICA               379

                   Coloro  i  quali avevano  potuto salvare  qualche  indumento vengono
               sottoposti  a  nuova  spogliazione.

                   Fino al giorno  22  settembre il  campo di  Raki  era  formato  da  circa
               3000 uomini provenienti dal Peloponneso, dal Pireo e dalle isole dell'Eu-
               bea,  Corfù  e  Cefalonia.
                   Senza indugi mi metto alla testa di questi disgraziati e cerco di orga-
               nizzarli, malgrado gli  intoppi frapposti  dagli  "Andartes" e dai disertori.
               Ho la soddisfazione di ottenere qualche larvato risultato; mi metto in con-
               tatto con la Missione inglese, capeggiata dal Ten. Col.  Arthur, vero genti-
               luomo  che  si  mostrava  molto  amico  degli  italiani  interessandosi  subito
               presso le autorità greche perché ci rispettassero e il vettovagliamento fosse
               fatto  in  più larga  misura.  La  truppa,  senza  teli  da  tenda,  aveva  cercato
               di  sistemarsi  in  un bosco  di  abeti  costruendo  capanne con  frasche,  mu-
               schio e felci.  In questo frattempo vengo a conoscenza che a quattro giorni
               di marcia,  fra  le  montagne,  si  trovava un generale italiano con  una divi-
               sione. Con stratagemmi e protetto dalla Missione inglese ottengo di recar-
               mi in cerca di questo Comando, che trovo il giorno 27 settembre a Pertulli.
                    Il comandante di queste truppe composte dalla Divisione Pinerolo ed
               al 6° reggimento cavalleria Aosta era il generale di divisione Adolfo Infante.
                    Fu per lui una sorpresa che altre truppe italiane si  trovassero fra  le
               montagne.  Mi presenta al  Col.  Cris della  Missione inglese,  dal quale  ot-
               tengo la  formale  promessa che gli  "Andartes"  restituiranno tutto il  mal-
               tolto,  oppure che  a  cura della  missione stessa  saremmo stati riarmati ed
               equipaggiati (allego documento probatorio). Parto il  3 ottobre giungendo
               a tappe forzate a Kapernisio il  6,  dove la situazione delle truppe italiane
               era  quasi  insostenibile.  Altri  reparti  erano  giunti:  bersaglieri,  artiglieri,
               fanti  affluivano  giornalmente  venendo  sempre  letteralmente  spogliati.
                    Questi reparti avevano degli ufficiali come il Tenente Colonnello No-
               velli comandante un gruppo da  149 proveniente dall'Eubea, il  Maggiore
               Araneo comandante un gruppo di artiglieri pure proveniente dalla costa,
               un  battaglione  del  2°  bersaglieri  comandato  dal  Capitano  De Santis  ed
               un  battaglione  costiero  n.  478  comandato  dal  Maggiore  Valgonesi.

                   Siamo giunti al giorno 8 ottobre. Dopo una riunione fra gli  "Andar-
               tes", il comandante inglese ed io, quale rappresentante delle truppe italia-
               ne,  i greci vengono alla  determinazione di sospendere ogni  rifornimento
               viveri malgrado le rimostranze del Col. Arthur e mie. Nella stessa mattinata








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