Page 379 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               dopo  ripetute  insistenze,  tutte dimostratesi  vane sospesi  ogni  pressione.
               Alle  21.00, dopo mensa,  avendo riunito tutti gli  ufficiali  insistetti ma la
               perorazione risultò inascoltata; alle 23.00, col Tenente Amerio, passai dalla
               parte degli  "Andartes", accolto fraternamente.  Il  13, in un paesetto della
               catena del Parnaso, ci  raggiunsero una parte della 7a  e dell'Sa  compagnia
               del44° fanteria, al comando del Tenente Dambra e dei Sottotenenti Tro-
               ta e De Vico, con 170 uomini completamente equipaggiati ma disarmati.
                    Da questo momento incominciarono i nostri guai. Lunghe e faticose
               marce in  alta  montagna,  poco  o  nulla  vettovagliati, osservati  con  cipigli
               arcigni dalle popolazioni e da esse rispettati soltanto perché scortati dagli
               "Andartes". Dopo 7 giorni arrivammo a Spertiala, dove trovai il Tenente
               medico del  battaglione,  Scordamaglia Renato,  e  il  Sottotenente  Foganti,
               comandante di  un plotone mortai, che  mi  avevano  seguito  a  distanza di
               ventiquattr'ore.  Essi  riferirono  che  i  tedeschi  erano  furibondi  contro  di
               me,  che  la  truppa  voleva  seguirmi,  ma gli  ufficiali  ne  impedirono  ogni
               movimento giacché la maggioranza di essi era incriminata per rapine, ec-
               cidi,  soprusi  ed  incendi. I  tedeschi  disarmarono l'intero  battaglione  che
               in  seguito fu  inviato a  Lamia  in un campo di  concentramento,  da dove,
               attraverso Salonicco, venne infine fatto  proseguire per la  Polonia per la-
               vorare nelle miniere di carbone con tutto il personale della divisione. Queste
               notizie collimano con quelle fornitemi dal Sergente Maggiore Catone Pie-
               tro da Salerno del IV/44,  incontrato un giorno nella Tessaglia durante le
               mie  periodiche gite.
                    Il  15  settembre sono giunto con  170 militari del 44°  a  Karpenisio,
               zona  di  raccolta  di  noi  disarmati  e  ramenghi.
                    Al costituendo campo di concentramento ho trovato un Capitano del-
               I'Assietta,  Sardi Paolo da Casale, fatto prigioniero unitamente al Maggiore
               Tucci  dei  CC.RR.  nei  pressi  di  Atene,  una  ventina  di  disertori  e  pochi
               altri  militari  provenienti  da  altri  settori.
                    Dopo due giorni a Karpenisio giungono a centinaia i nostri disgra-
               ziati soldati e ufficiali in condizioni avvilenti per le angherie subìte da parte
               degli  "Andartes".

                    Spogliati,  bastonati,  affamati  vengono  avviati  al  campo  di  concen-
               tramento.  Gli  ufficiali  non  hanno  più  nessuna  autorità,  chi  impera  è il
               disertore  ed  il  di  lui  bastone.
                    Vengono smembrati i reparti, ufficiali e graduati privi di distintivo
               di  grado  sono  comandati  da  facinorosi  più  arditi  degli  altri.








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