Page 366 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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l RAPPORTI TRA L'ESERCITO FRANCESE E I PARTIGIANI 365
Le ragioni della conciliazione
Oltre all'assenza apparente di un particolare risentimento nei con-
fronti degli italiani, le ragioni dell'applicazione poco rigida delle istruzio-
ni del GPRF da parte delle unità appaiono dettate da un comportamento
pragmatico. Queste ragioni sono tre e si possono enunciare così: per gli
stati maggiori francesi i partigiani sono a volte dei compagni di combatti-
mento, essi sono protetti dalle missioni militari alleate e, sopratutto, essi
sono, durante un lungo periodo, la loro maggiore fonte di informazione.
In effetti, anche se i partigiani italiani pongono un certo numero di pro-
blemi, essi rimangono comunque, nei fatti, un veri e propri alleati. Oltre
alla loro partecipazione ai combattimenti e all'arruolamento individuale
di italiani nelle file delle FFI, alcune unità italiane vengono formate sul
suolo francese per essere impegnate in Italia. D'altronde, altre unità di
questo tipo sono già impegnate nelle Alpi al fianco dei soldati francesi.
Molto presto, numerosi italiani che si trovano in Francia, si sono arruola-
ti nelle unità delle FFI. Alcuni a titolo individuale - come, per esempio,
quelli dei Battaglioni "les-alpins." FFI - <33l altri in gruppi costituiti, co-
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me quello di Nutro Revelli, nelle Alpi Marittime.<3 l
Per quanto riguarda le missioni alleate, gli ufficiali americani e britan-
nici inviati per coordinare le azioni dei partigiani italiani hanno trovato in
Francia una comoda base di retrovia. Nell'autunno 1944, esistono due
di queste missioni alleate nelle Alpi i francesi.<3Sl La prima è basata a Guil-
lestre, sede di una missione militare britannica comandata dal maggiore
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Hamilton.<3 l Oltre al coordinamento delle azioni delle unità di partigiani
italiani, egli assicura il loro sostegno logistico. La seconda missione, di stanza
a Grenoble, è diretta dal tenente americano Phealan, incaricato dal SHAEF
dell'avviamento attraverso l'Italia dei prigionieri di guerra alleati evasi. Ed
è a questo titolo che egli è in contatto con le unità di partigiani che costi-
tuiscono gli anelli essenziali della catena di avviamento degli evasi verso la
Francia. Sarebbe difficile per gli stati maggiori, anche se ne avessero la volon-
tà, disturbare l'azione di questi ufficiali operanti sotto la protezione alleata.
(33) SHAT 10 p. 256. Nota n. 105 in data 26 dicembre 1944, del DGER du Nizza
(CRO).
(34) Faustino Dalmazzo, "la partecipazione" op. cit.
(35) SHAT 10 p. 258. Nota del servizio informativo della 4• DMM, senza data.
(36) Chiamato in realtà Leonard Blanchaert, il maggiore Hamilton è più specialmente
in contatto con la 2• divisione alpina Giustizia e libertà di Detto Dalmastro. Vedi
Faustino Dalmazzo: "La partecipazione dei partigiani italiani alla liberazione delle
Alpi Marittime": in Cachiers de la Méditarrenée, n. 12 giugno 1976.
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