Page 509 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               1945) e  157 trattori medi TM 40.< l  Per quanto riguarda la casa madre
               torinese poco è noto; le autorità germaniche ebbero più volte a lamentarsi
               ufficialmente dei lunghi tempi di produzione e del modesto gettito in rap-
               porto alle  capacità dell'azienda.  Si  parla  di  102  Fiat  500,  di  1334 Fiat
               1100, di 103 Fiat 1500 e di 1640 furgoncini su telaio della  1100 prodotti
               in tredici mesi a partire da gennaio 1944, cifre queste irrisorie e lacunose
               in quanto non sono stati trovati dati di consegna dei ben più importanti
               autocarri  medi  e  pesanti  che  venivano  prodotti  a  Torino.
                    Per quanto riguarda i mezzi  da  combattimento,  è anzitutto  nota la
               modesta struttura industriale italiana per la costruzione di corazzati. Tut-
               ta la produzione era incentrata sull'attività dell'Ansaldo-Fossati e della Terni,
               che cooperavano con la SPA. Solo verso la fine  del  1941 altre ditte, quali
               la  Breda,  la  Lancia  e  la  Viberti  iniziarono  a  occuparsi  del  settore.
                    Dalle  riunioni  di  Bellagio  con  il  generale  Leyers,  emerse  il  disegno
               di  ripetere anche in Italia la  medesima strategia già attuata con successo
               nella Francia occupata, ovvero il tentativo di rendere il gruppo di armate
               B il più possibile autonomo dalle industrie tedesche, introducendo in ser-
               vizio mezzi da combattimento di produzione italiana, eventualmente adattati
               agli  standard germanici, così da poter utilizzare tanto le  strutture manu-
               tentive già esistenti, quanto garantire la  continuità dei  rifornimenti limi-
               tando  i  rischi  del  lungo  trasporto  dalla  Germania.
                    Sul versante dei mezzi da combattimento, l'interesse tedesco si con-
               centrò sul carro armato P.40, mai entrato in linea  con  i  reparti  italiani,
               del quale il 24 settembre vennero procurati i disegni e messi a disposizio-
               ne  dell' Heereswaf/enamt.


               (64)  Secondo altre informazioni, nel periodo  1°  gennaio-21  luglio  1944 la  SPA costruì
                    108  autocarri  Dovunque 41,  196  Dovunque  35,  117  TM 40 e  265  TL.  Dopo  i
                   bombardamenti americani, nel periodo dal20 settembre-13 novembre 1944la pro-
                   duzione fu  di 9 Dovunque 41,4 Dovunque 35  e 22 TL (AISRP, OM/B XI, Al comi-
                   tato di liberazione nazionale, documento a firma del Comitato provinciale di agitazione
                   del  26 novembre  1944). Anche il gruppo Fiat ricevette alcune commesse dall'Un-
                   gheria. Una prima per 100 aucocarrette CLF venne autOrizzata dalle autOrità tede-
                   sche;  mentre venne  negato  il  permesso  per  la  fornitura  di  100 trattOri  TM  40 e
                    500 autocarri SPA  38 R. Venne autOrizzata  anche la  fornitura  di  85  trattOri  OCI
                   40 alla Romania che ne aveva ordinati 200, pagando un anticipo del20 %  dell'im-
                    portO totale.  Non venne invece accolta la  richiesta della  Fiat di poter produrre nel
                    1944  100  autOcarri  Fiat 626  al  mese  (cfr.  BA,  R3/393,  rapporto  del  7  febbraio
                    1944). Non sappiamo, poi, interpretare l'autOrizzazione  data  dal generale Leyers
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                   al prefettO di Torino Grazioli affinché "a decorrere dall gennaio (1945), iliO% degli
                   autocarri prodotti dalla  S.A. Fiat in più dell'attuale produzione mensile di 300, siano messi
                   a disposizione di questa prefettura per i bisogni civili" (ACS, SPD, b.  48, Stabilimenti Fiat,
                   lettera  del  prefettO  Grazioli  al  ministero  dell'Interno, cinque gennaio  1945).  Una
                    risposta  ironica,  o  una  produzione  reale  ben  diversa  da  quanto  è  noco?








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