Page 511 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               versare i fiumi della pianura padana, sicuri di trovarne di pronti in Lom-
               bardia.
                    Parlando di bombardamenti, dobbiamo ricordare le azioni sulla Mac-
               chi dell'aprile 1944 e il bombardamento della V sezione aeronautica della
               Breda a Bresso. Quelle missioni possono infatti apparire assurde, per il mo-
               desto valore bellico dei prodotti aeronautici delle due aziende e per l'eleva-
               to  costo  di  ogni  bombardamento  per gli  americani.
                    In apparenza le linee di produzione del Macchi C.202 e 205  non po-
               tevano  rappresentare un obiettivo strategicamente valido. I velivoli  erano
               infatti caratterizzati da un'assurda complessità costruttiva che ne riduceva il
               gettito mensile, da una superficie alare modesta che ne limitava la tangenza
               operativa a quote inferiori o pari a quelle dei bombardieri che avrebbero
               dovuto combattere e da una cronica carenza di propulsori, particolarmen-
               te  evidente per i  Macchi C.202  prodotti dalla Breda,  in quanto,  prescin-
               dendo dalla obsolescenza del velivolo, non vi  erano più industrie italiane
               che  costruissero  i  Daimler  Benz  DB 60 l.
                    D'altronde vi  era anche il problema delle continue diserzioni,  o  più
               propriamente delle  "perdite di rotta", che perseguitò tutte le azioni aeree
               americane, alle quali si aggiungevano gli abbattimenti e gli incidenti di vo-
               lo.  Per citare il più antico esempio, il 6 settembre  1943 quattro B-1 7F at-
               terrarono indenni all'aeroporto di Diibendorf, uno in quello di Maga dino
               e un altro in quello di Romanshorn, ovviamente in aerodromi tutti situati
               nella  neutrale Svizzera.  Un'altra giornata di  "nebbia fitta"  fu sicuramente
               il 18 marzo 1944 quando a Diibendorf atterrarono dodici "Fortezze volan-
               ti" (nove B-24 e tre B-1 7 G), un B-1 7 G  ad Altenrhein e tre B-24 rispetti-
               vamente a Dietschwil, a Fehraltdorf e a Diessenhofen, il tutto fortunatamente
               senza  nessuna vittima,  ma con una pesante perdita per l'USAAF,  soprat-
               tutto  in  termini  di  equipaggi  operativi.<66)

                    Un primo elemento è che le autorità germaniche avevano autorizzato,
               come per i cantieri navali e gli arsenali terrestri, la prosecuzione di alcune



               (66)  Chi fosse  interessato al problema può riferirsi al bilancio di  K.  RlES (Deutsche  Luft-
                   walfe uber der Schweiz  1939-1945, Mainz  1978, p. 109-112) ove è riportato un primo
                   elenco giornaliero degli aeroplani stranieri atterrati in Svizzera. Oltre 160 "Fortezze
                   volanti" sicuramente disertarono dopo l'armistizio italiano con l'internamento di 1740
                   uomini  di  equipaggio.  Non è casuale  il  titolo  di  un  recente  volume  di  un  editore
                   americano, scritto dagli svizzeri H. H. STAPFER-G. KÙNZLE, Strangers in a Strange
                   Land.  Escape  to  Neutrality,  Carrolton  1992.








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