Page 566 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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A Calitri, provincia di Avellino, gruppi di braccianti, nel breve in-
tervallo fra la partenza dei tedeschi e l'arrivo degli alleati, assediarono la
caserma dei carabinieri, saccheggiarono depositi di derrate, tentarono espro-
pri. Furono esplosi colpi d'arma da fuoco e lanciata una bomba a mano.
L'arrivo di una compagnia di soldati italiani sedò il tumulto, ma un di-
mostrante fu ucciso. Moti analoghi, in parte fomentati da camorristi in
cerca di disordini, avvennero nelle province di Avellino e Salerno; altri
disordini scoppiarono nei territori di Campobasso e Foggia. Sanguinosa
fu la rivolta di Montesano nella Marcellana, in provincia di Salerno. Una
compagnia di soldati italiani, intervenuta per togliere l'assedio della ca-
serma dei carabinieri, quando vide cadere gravemente ferito il proprio
comandante, aprì il fuoco e sul terreno rimasero otto morti; numerosi i
feriti fra dimostranti e i militari.
Operai e pubblici dipendenti dimostrarono a Napoli, Taranto ed al-
tre località contro il caro vita e per chiedere l'aumento delle retribuzioni.
Per fortuna non vi furono vittime, ma si ebbe il solito seguito di denunce
penali.
E accanto ai fatti dolosi, anche una vera e propria strage provocata
dalla penuria di mezzi, dalla disorganizzazione dei servizi e dall' indisci-
plina collettiva accrebbe la disperazione del momento. La sera del 3 mar-
zo 1944 un lungo treno merci, composto di 47 carri carichi di legname
da costruzione diretto in Calabria partì dalla stazione centrale di Napoli.
Era mosso da due vecchie locomotive, una da traino e l'altra di spinta.
Procedeva lentamente e venne preso d'assalto da centinaia di persone che
volevano raggiungere le zone rurali dell'estremo sud in cerca di vettova-
glie. Non trattenuti dall'insufficiente personale ferroviario o da agenti di
polizia, gli abusivi viaggiatori si arrampicavano sui carri merci creando
un'enorme sovrappeso. Sotto la galleria di Balvano nell'Appennino luca-
no, in salita e lunga circa l 700 metri, le locomotive ansimavano e perde-
vano pressione. Invano i macchinisti riempirono i forni, ma il carbone
era scadentissimo e l'ossido di carbonio invase il tunnel mentre il convo-
glio si arrestava, senza possibilità di proseguire. I passeggeri, ignari del
pericolo, dormivano. Nel sonno morirono intossicate 426 persone. Si aprì
una istruttoria penale per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo.
In Sicilia nell'inverno 1944 le dimostrazioni popolari assunsero talo-
ra le dimensioni di battaglie civiche. A Ragusa gli scontri fra la folla e
l'esercito ebbero il triste bilancio di ventisette morti; la maggioranza di
questi erano militari. A Catania cinque furono le vittime fra i dimostranti.
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