Page 571 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               Diserzioni militari < >
                   Le diserzioni di soldati dopo l'armistizio furono numerose anche nei
               territori del Sud, aggravando l'immane lavoro di ricostruzione dell'Eserci-
               to, che aveva risentito dello sbandamento seguito all'8 settembre più della
               Marina  e  dell'Aeronautica,  diversamente  strutturate.

                   Il fenomeno è già stato bene analizzato in questo convegno dal colon-
               nello Della Volpe. Basterà ora ricordare due episodi sintomatici dello sco-
               ramento morale che determinò alcune gravi violazioni dei doveri di fedeltà
               e  di  disciplina  militari.
                   Disertò un intero reparto di salmerie del 16r fanteria, acquartiera-
               to presso Caserta, facente parte del raggruppamento (prima grande unità
               del ricostituendo Esercito Italiano) al comando del generale Utili. E,  fatto
               ancora più grave, disertò anche una compagnia di allievi ufficiali di com-
               plemento. I due reparti erano in procinto di partire per il fronte.  Grande
               fu l'allarme dello Stato Maggiore. Qualche alto ufficiale,  ravvisò la  neces-
               sità di una pena esemplare che restituisse a tutto l'Esercito il senso dell'o-
               nore militare e del dovere.  I disertori,  rastrellati dai carabinieri, vennero
               portati al giudizio del Tribunale militare straordinario di S. Agata dei Goti
               che, tuttavia, si attenne alla consueta linea di mitezza. Gli imputati di di-
               serzione,  punibili con la  fucilazione  nella  schiena,  furono  ritenuti colpe-
               voli  di  diserzione  semplice  e  condannati  ad  alcuni  anni  di  reclusione
               militare.
                    Onta ingiusta e crudele per la  Marina Militare, che nelle tristi gior-
               nate  del  settembre  1943  era  stato  esempio  di  lealtà  alle  istituzioni  e  di
               disciplina, fu  il truce ammutinamento dell'equipaggio del Mas 505. Il  10
               aprile  1944 durante una navigazione dalla Maddalena a Bastia, i tre sot-
               tufficiali di bordo con l'adesione dei marinai, assassinarono il proprio co-
               mandante sottotenente di vascello Sorcinelli e due ufficiali, che si trovavano
               a bordo, il capitano di fregata Pucci Boncampi e il tenente di vascello Sar-
               ti.  I rivoltosi poi si  diressero verso Porto S.  Stefano,  consegnandosi ai te-
               deschi. Subito la Procura militare iniziò l'istruttoria dell'ammutinamento
               con passaggio al nemico e triplice omicidio di superiori, avvenimento cri-
               minoso che non aveva precedenti nella Marina Italiana. Catturati nel do-
               poguerra,  i  traditori  furono  condannati  dal Tribunale di  La  Spezia  alla
               pena  di  morte  mediante  fucilazione  nella  schiena.


               (4)  Sulle  diserzioni  militari,  v.  Giugni, op. cit.








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