Page 568 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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PROBLEMI  DELLA  GIUSTIZIA                                        567

               tate al porto di Cagliari.  Con questi aiuti ritornò la  calma, ma per breve
               tempo. Esplose il mercato nero; gli agricoltori si rifiutarono di consegnare
               il grano agli ammassi e nelle campagne si riacutizzò l'endemico fenomeno
               delle razzie di bestiame e quello ben più grave del brigantaggio. Dilagaro-
               no i furti, specie di prodotti alimentari. Fra le diverse cause del fenomeno
               fu  indicata anche quello dell'eccessivo numero di militari italiani, i quali,
               inutilizzati nelle caserme cercavano, quando erano in libera uscita, di col-
               mare illecitamente le insufficienze del rancio. Vero è che la disoccupazio-
               ne, la scarsezza di cibo e la povertà provocavano i disordini e questi sovente
               degeneravano  in  conflitti  a  fuoco.
                    Uno dei più violenti fu  quello sostenuto dai carabinieri nel Nuorese
               con oltre  1500 pastori armati che avevano occupato terre demaniali e si
               rifiutavano  di  abbandonarle. Per vera  fortuna  non vi  furono  morti;  ma
               molti feriti  si  contarono fra  i dimostranti.  Seguirono denunce e procedi-
               menti  penali.


               Trame fasciste <3>
                    Alcuni nostalgici della dittatura che non si  rassegnavano alla sconfit-
               ta diedero altro lavoro alla giustizia.  Una possibile rinascita del fascismo
               non costituì mai un grave problema per il governo Badoglio e ancor meno
               per l'Amministrazione militare alleata. E proprio la frammentarietà di azioni
               dei piccoli gruppi neofascisti costituiva la dimostrazione che la loro ideo-
               logia  era  spenta  anche  nel  sud.
                    Tuttavia la polizia militare anglo-americana e i servizi segreti italiani
               non  potevano  restare inerti  di  fronte  a  talune macchinazioni suscettibili
               di  turbare non solo l'ordine pubblico, ma di  intralciare altresì le  attività
               militari con atti di sabotaggio o spionistici. Fra la fine del  1943 e i primi
               mesi del  1944 la  polizia militare inglese e i servizi segreti italiani scopri-
               rono le  trame  intessute  dal  principe Valerio  Pignatelli,  appartenente al-
               l'alta nobiltà calabrese, personaggio avventuroso, ex ufficiale di cavalleria,
               pluridecorato, vecchio fascista,  approdato alle gerarchie del partito come
               ispettore  nazionale,  quando  l'Italia  già  era  avviata  alla  sconfitta.

                    In un primo momento parve compromessa anche la  moglie  del  Pi-
               gnatelli,  Maria  Elia.  Gli  inquirenti avevano  accertato  che  ella,  travestita
               da  suora,  aveva  attraversato le  linee  del  fronte  con l'aiuto del tenente di
               vascello Poletti, ufficiale italiano distaccato presso i servizi segreti americani


               (3)  Su  questo  argomento  v.  Giugni,  op.  cit.








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