Page 567 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               A Licata un tumulto si  protrasse per ventiquattro ore e l'ordine venne ri-
               stabilito con le autoblinde dell'esercito: due furono i morti. A Piana degli
               Albanesi, Comiso e altri comuni minori le rivolte contadine culminarono
               addirittura  con la  proclamazione  di  repubbliche locali.  Ma  il  moto  più
               terribile  si  scatenò  a  Palermo  il  18  ottobre,(2)  durante  il  governo  Bono-
               mi.  Una dimostrazione contro  il  caro  vita  assunse le  dimensioni  di  una
               rivolta urbana. Per domarla intervennero forti contingenti dell'Esercito che
               per non essere sopraffatti fecero uso delle armi e sul terreno rimasero de-
               cine  di  morti  e centinaia  di  feriti.  Si  ritenne che  le  agitazioni  si  fossero
               trasformate in tumulti per le sobillazioni dei mestatori del movimento in-
               dipendentista siciliano che si era dotato di un'organizzazione armata (EVIS).

                    Ai  dolorosi incidenti seguirono i procedimenti giudiziari che si  tra-
               scinarono per anni e si conclusero con i consueti atti di clemenza collettiva.
                    Ma anche in altre province erano avvenute rivolte. Nel settembre dello
               stesso  anno  nel  Fucino  le  grandi  proprietà dei  Torlonia,  dei  Doria,  dei
               Del Drago erano state occupate da  folle  di  braccianti e negli  scontri con
               i  carabinieri  due  dimostranti  furono  uccisi.
                    Seri  i  problemi  della  giustizia  penale  anche  in  Sardegna.
                    Dopo lo sfacelo dell'S settembre per alcuni mesi l'isola era stata con-
               siderata la  regione  più tranquilla d'Italia. Era  rimasta  sotto la  sovranità
               del Regno e il Gran Quartiere generale alleato si era limitato a crearvi un
               ufficio  degli  affari  civili,  diretto  da  un  brigadiere generale,  per  vigilare
               l'amministrazione italiana. Immobilizzati dall'armistizio e non esposti ad
               attacchi delle truppe tedesche che avevano abbandonato l'isola,  i contin-
               genti italiani raggiungevano i duecentomila uomini. La  presenza militare
               si  accrebbe per l'affluire di  reparti anglo-americani  con fun.zioni di con-
               trollo del territorio e particolarmente delle basi navali ed aeree.  Ne restò
               alterato il già precario equilibrio della situazione alimentare. Le difficoltà
               annonarie diedero l'avvio  a  disordini  e allo  scatenarsi  della  criminalità.
                    Nel gennaio  1944 violenti tumulti scoppiarono a  Sassari.  Guidava-
               no  i  dimostranti  alcuni  dirigenti  della  federazione  giovanile  comunista.
               Fra costoro era lo  studente Enrico  Berlinguer,  il  quale venne ·arrestato e
               rimase in carcere tre mesi. Seguirono vivaci proteste a Cagliari e disordini
               a  Nuoro.
                    Gli alleati, per alleggerire la situazione, disposero che alcune navi ca-
               riche di grano dirette verso altre regioni meridionali italiane fossero dirot-


               (2)  Momanelli-Cervi,  L'Italia  della guerra  civile,  Rizzoli,  Milano,  1983.








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