Page 80 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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80 GIUSEPPE CONTI
che era sempre più difficile conciliare la volontà di democratizzazione con
la necessità di servirsi della "existing civ il machinery", per usare l' espres-
sione di Eisenhower.03l
Per la verità, anche sulla volontà di democratizzazione alleata biso-
gnerebbe fare una precisazione, poiché se è vero che gli americani erano
favorevoli ad una ripresa immediata, anche se graduale della attività poli-
tica, gli inglesi erano contrari alla riorganizzazione dei partiti antifascisti
nel corso della guerra.04l
Più in generale si può dire che, una volta passati dalla teoria alla pra-
tica, gli alleati si ispirarono anche in questo campo ad uno spregiudicato
pragmatismo. L'epurazione fu infatti affidata ai militari dell' AMGOT i
quali cominciarono a rimuovere i fascisti dai loro posti ritenendoli peri-
colosi, ma quando si accorsero che questi erano i più servizievoli, li lascia-
rono al loro posto. Col passare del tempo insomma presero sempre più
il sopravvento le esigenze militari. Ciò significava in primo luogo: "non
creare ostacoli alla efficienza amministrativa", e "assicurare il mantenimento di
un governo locale efficiente".OS>
Con lo sbarco in continente e la firma dell'armistizio ebbe inizio nei
rapporti fra italiani e alleati una fase nuova dal punto di vista politico
militare, e questo riguardava anche le forme dell'esercizio del governo che
· qualche settimana più tardi avrebbe visto la nascita della Commissione
Alleata di Controllo (ACC) che andava ad affiancarsi all'AMGOT.
Il nuovo organismo, previsto espressamente dall'articolo 3 7 dell' ar-
mistizio lungo per far rispettare le direttive armistiziali, prese corpo un
po' faticosamente, come filiazione della Missione militare alleata presso
il governo di Brindisi, guidata dal generale Mac Farlane. Nata il2 novem-
bre, essa cominciò la sua attività il 10 dello stesso mese con alcuni difetti
di fondo che ne avrebbero intralciato l'azione. Già a prima vista appariva
pletorica. Le quattro sezioni di partenza (militare, politica, economic~
amministrativa, comunicazioni) erano a loro volta ripartite in ben 26 sot-
tocommissioni, delle quali sei erano quelle militari che in alcuni casi -
a cominciare da quello della MMIA, la sottocommissione per l'esercito -
(13) Cfr. Nicola Gallerano, op. cit., p. 6; D.W, Ellwood, L'alleato nemico, cit., p. 242.
(14) Aga Rossi, La politica degli alleati, cit., p. 99.
(15) Aga Rossi, La politica estera americana, cit., p. 175 e nota 23, e D. W . Ellwood, L'al-
leato nemico, cit., p. 242.
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