Page 81 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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AMMINISTRAZIONE  ALLEATA  E GOVERNO  ITALIANO  NELL'ITALIA  LIBERATA   81

               avrebbero costituito un esempio della burocrazia alleata e il cui compor-
               tamento rappresenta bene l'idea di quella discrezionalità dei comandi pe-
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               riferici  alleati  di  cui  si  diceva  in  precedenza.  0 l
                    Anche da un punto di vista diplomatico vi furono difficoltà di avvio
               quando si trattò di nominare il capo della Commissione, a dimostrazione
               delle difficoltà tuttora esistenti nei rapporti fra gli alleati. Contrariamente
               alle  attese,  la  scelta  non  cadde  sul generale  britannico  Mac  Farlane,  da
               tutti considerato il capo naturale della  stessa,  avendo comandato la  Mis-
               sione militare. Questo per ottemperare alla volontà di Eisenhower che vo-
               leva  il  comandante  della  Commissione  della  stessa  nazionalità  del
               Comandante supremo del Mediterraneo.  In tal modo la  scelta  cadde sul
               generale americano Kenyon Joyce. Tuttavia Mac Farlane dovette pazien-
               tare soltanto fino  al gennaio del  1944 quando l'assunzione del comando
               di "Overlord" da parte di Eisenhower, comportò una decisiva crescita del
               peso britannico nel Mediterraneo dove il generale Wilson prese appunto
               il posto di Eisenhower, aprendo la porta del comando della Commissione
               a  Mac  Farlane.  In  questa  occasione  si  procedette tra l'altro  alla  fusione
               da tempo auspicata fra AMG e ACC, eliminando così un altro dei proble-
               mi  legati  alla  nascita  della  Commissione  stessa,  come  sottolinea  Harris:
               quella dicotomia che aveva  portato ad avere l'Italia "liberata" suddivisa
               in  due  diverse  aree,  amministrata  da  due  diversi  organismi.<l7l
                    Nell'ambito dell'obiettivo di fondo per cui l'ACC era concepita, quello
               appunto di  sovrintendere all'esecuzione dei  termini di  amistizio,  spetta-
               vano al  nuovo  organismo vari altri  compiti  importanti:  fungere  da  rap-
               presentante delle N.U. presso il governo italiano; assistere la popolazione
               civile  nelle varie regioni in cui l'  AMGOT suddivideva i territori liberati
               nel  corso  dell'avanzata alleata verso  nord;  preparare i territori stessi  dal
               punto di vista economico-amministrativo, in vista della loro restituzione
               alla  giurisdizione  del governo  italiano.

                    In sostanza, l'ACC avrebbe dovuto rappresentare un organo di colle-
               gamento,  di consulenza e di controllo indiretto, per dare vita appunto a



               (16)  Sull'organizzazione dell'ACC rinviamo alle opere citate di  C.R.S.  Harris e di H .L.
                   Coles  e  A.K.  W~inberg; per  i  difficili  rapporti  dei  comandi  militari  italiani  con
                   la MMIA cfr.  La  testimonianza del Capo di Stato Maggiore dell'esercito Paolo Be·
                   rardi, Memorie  di un  Capo  di  Stato  Maggiore  dell'Esercito.  (1943-1945),  Bologna,  OD·
                   eu, s.d.  (ma  1954),  in  partic.  p.  83  e  sg.
               (17)  Su  questi  aspetti  cfr.  C.R.S.  Harris, op.cit.,  in  partic.  p.  111,  117  e  118-121.








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