Page 191 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL  CARTEGGIO  MUSSOLINI/CHURCHILL                                 183

                   Infine, sempre per il mondo antifascista, ammettere ufficialmente l'e-
               sistenza  di  carte  segrete  sottratte a  Mussolini  prima  della  sua  uccisione
               poteva voler dire riaprire questioni scottanti come ad esempio il presunto
               salvataggio di Nenni dalle mani dei tedeschi o, ancora peggio, la questio-
               ne  del delitto Matteotti.  E se,  a  questo proposito,  ricordiamo che alcuni
               anni fa  Renzo De Felice ha accusato esplicitamente Palmiro Togliatti di
               aver fatto  distruggere gli  incartamenti relativi all'affaire Matteotti custo-
               diti da Mussolini e se teniamo presente che quegli stessi incartamenti ave-
               vano convinto dell'estraneità del dittatore in quell'oscuro delitto uno dei
               suoi  più strenui e  accaniti  accusatori dell'epoca,  Carlo  Silvestri,  allora  i
                                                                            4
               termini  dell'equazione  sono  chiari  e  comprensibili  a  chiunque.  < l
                   Fatto spesso trascurato è che la  prova dell'esistenza di un carteggio
               segreto tra Mussolini e Churchill non poteva far  certo piacere a molti fa-
               scisti. Ammettere l'esistenza di trattative segrete con gli inglesi voleva dire
               ammettere l'inconsistenza  di  parole  d'ordine  che  avevano  alimentato  la
               polemica italiana contro la "Perfida Albione". Inoltre l'ipotesi di un Mus-
               solini  teso  a  trescare  con  Churchill per tutto  il  corso  della  guerra cozza
               duramente con l'immagine a  tutto tondo creata dalla pubblicistica fasci-
               sta  nel dopoguerra, l'immagine cioè del  Duce fedele  alleato,  tradito alla
               fine dai tedeschi, conscio delle necessità della lotta senza quartiere al gran-
               de imperialismo "demoplutocratico" così  come al bolscevismo.  Amò di
               esempio di questo atteggiamento sono particolarmente illuminanti alcune
               pagine di Bruno Spampanato, abile polemista e fascista  senza  tentenna-
               menti, che nel dopoguerra scrisse un'opera piena di ricordi e notizie inte-
               ressanti  intitolata  "Contromemoriale". (5)
                   Men che meno poteva far comodo, evidentemente, agli inglesi far sa-
               pere che il loro primo ministro, il campione della resistenza europea e de-
               mocratica al nazi-fascismo, aveva trescato a lungo con Mussolini. Una cosa
               che non serviva ammettere con i nemici  sconfitti, men che meno con gli
               alleati, tenuti all'oscuro di tutto. In particolare la Francia che, ormai scon-
               fitta, stando a molti indizi, fu al centro dei patteggiamenti tra Roma e Lon-
               dra,  determinata  a  svendere  l'alleato  per  salvare  se  stessa.

                   Del resto la  storia, in questi ultimi cinquant'anni ha dimostrato co-
               me la  politica estera inglese  negli  anni Trenta e Quaranta sia  stata suffi-



               (4)  Le affermazioni di De Felice sono contenute in "Matteotti, questo caso va riaperto"
                  di  Ugo  Magri  in  Epoca  n.  2148  dell'li  dicembre  1991.
               (5)  Cfr.  Bruno  Spampanato  "Contromemoriale", ·c.E.N .  Roma,  1974,  vol.  IV  p.
                  1014-1027.








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