Page 192 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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184 FABIO ANDRIOLA
cientemente spregiudicata e cinica da giustificare vari tentativi di insab-
biamento. A Londra è ovviamente convenuto sorvolare sull'atteggiamento
disinvolto tenuto verso la persecuzione degli ebrei nell'Europa occupata
o verso alcuni movimenti partigiani così come alcune azzardate scelte po-
litiche. Una esigenza strettamente connessa alla salvaguardia del mito Chur-
chill, un mito che di anno in anno riceve ormai furiose picconate che
mettono in luce la natura ambigua e spregiudicata del premier inglese tanto
nelle scelte politiche che in quelle della vita personale, pare molto condi-
zionata non solo dall'alcool ma anche dalle anfetamine. È davvero impos-
sibile considerare quindi un personaggio del genere incapace di trescare
segretamente con Mussolini?
Infine un carteggio Mussolini/Churchill non poteva far comodo a quel-
la buona parte degli storici che, ideologicamente condizionati, numerica-
mente prevalenti e politicamente ed editorialmente bene introdotti, si
sarebbero visti costretti se non a riscrivere almeno a rivedere in buona
parte cause e motivazioni dell'ingresso italiano nella seconda guerra
mondiale.
Chiariti i possibili perché di un ostracismo durato cinquant'anni, è
possibile tornare brevemente ai tre punti iniziali che stanno alla base della
credibilità dell'ipotesi di un carteggio Mussolini/Churchill. Perché se è ve-
ro che gran parte delle notizie utili a ricostruirne le vicende non sono di
prima mano e gli archivi da cinquant'anni a questa parte si mostrano molto
avari di contributi è anche vero che non è possibile, in tutta onestà, ac-
cantonare con sufficienza l'enorme massa di indizi e riscontri che in que-
sti anni si è andata accumulando.
Mussolini, si è detto, aveva carte cui annetteva grandissima impor-
tanza e su cui contava per giungere, in pieno 1945, ad una pace onorevo-
le. Fantapolitica? Forse no perché sono numerosissime le dichiarazioni di
Mussolini, raccolte ora da questo ora da quel confidente e quasi tutte col-
locabili tra l'estate 1944 e l'aprile 1945 (una manciata di mesi in cui altre
fonti fissano tutta una serie di incontri del Duce con emissari alleati e
altri contatti indiretti con gli inglesi): queste dichiarazioni sono circa una
trentina, molte delle quali inserite in contesti insospettabili di alterazioni
volontarie a scopo propagandistico (si tratta infatti di intercettazioni tele-
foniche o postali operate dai tedeschi o di colloqui privati). E a queste
vanno aggiunte le molte testimonianze di fonte partigiana (almeno una
decina) che, in tempi e modi diversi, hanno portato a considerazioni non
lontane da quelle di Mussolini.
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