Page 245 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
P. 245
I DIFFICILI RAPPORTI TRA PARTIGIANI E AUTORITÀ ALLEATE 237
Il problema era destinato ad aggravarsi col passare dei mesi, man
mano che avanzando verso nord si incontravano bande sempre più nume-
rose e peggiorava la stagione. Ancora in dicembre il generale Cerica, rap-
presentante dello Stato Maggiore in Toscana - la cui testimonianza cito
per tutte - segnalava il sistematico "trattamento da prigionieri di guer-
ra" riservato ai partigiani, accolti con sospetto, sottoposti a interrogatori
28
estenuanti, affidati a elementi del controspionaggio e poi rilasciati.< >
A spiegare questo atteggiamento - è il caso di sottolinearlo ancora
- più che uno specifico malvolere di natura politica, contribuiscono fat-
tori direttamente legati all'attuazione delle direttive dei comandi alleati,
a cominciare dall'inclinazione personale dei militari, quadri e truppa, in-
caricati di accogliere gruppi disordinati di uomini che si presentavano spes-
so laceri, affamati, con la barba incolta, certamente molto poco marziali.
Si aveva così il primo e quasi sempre sgradevole impatto con quella "Re-
travia" che Paolo Berardi, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito defini-
va: " ... qualche cosa di freddo, di contabile, di burocratico ... ", soprattutto
se paragonata allo slanci<? della prima linea: il referimento specifico era
al caso italiano, ma per Berardi la burocrazia era un male comune a tutti
gli eserciti operanti in Italia, a cominciare da quelli americano e inglese,
per i quali era tanto più grave e pericolosa in considerazione della larga
discrezionalità di cui godevano i molti (troppi) comandi locali nell'appli-
cazione delle direttive. Quanto alla burocrazia inglese - a detta di Berar-
di che ne aveva fatto le spese di persona - era peggiore persino di quella
italiana! Burocrazia e scarsa elasticità mentale che impedivano agli alleati
- come segnalava un ufficiale italiano di collegamento presso la sa arma-
ta - di comprendere il profondo cambiamento qualitativo delle formazio-
ni che si andavano incontrando nell'Appenino centrosettentrionale; con
la conseguenza di continuare a basarsi su linee d'azione formulate molti
2
mesi prima e ormai superate.< 9>
I comandi italiani seguivano la situazione con crescente apprensio-
ne, sia per le possibili immediate ripercussioni sull'ordine pubblico, sia
soprattutto per le conseguenze politiche a lunga scadenza, facilmente pre-
figurabili. Essi potevano misurare l'umore dei partigiani con un metro in-
fallibile: il numero assolutamente irrisorio di arruolamenti nell'esercito
(28) A.U.S.S.M.E., l-3, b. 147/6, C.do Delegazione "T" dello SMRE, 1310/0rd., 13 dic. '44.
(29) Cfr. A.U.S.S.M.E., Stato Maggiore Generale- Diario Storico, 1943-45, (da ora, SMG-DS),
SMG.-SIM., Nucleo "I" presso 5a Armata americana, 18 ott. '44, allegato a SMG,
Uff. op. 15750, 26 ott. '44, ali. 326 a DS, ott. '44, b. 3084.
III-VOLUME-SESTO-anno.indd 237 22/03/16 09:41