Page 398 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                   Al  di fuori  di  queste ipotesi legate a specifiche attività criminose (3)
              i cosiddetti  reati  fascisti  e quelli  di  collaborazionismo  (compreso l'aiuto
              militare al nemico,  se  commesso  da persona estranea alle  Forze Armate)
              erano attribuiti al giudizio della magistratura ordinaria, secondo le ripar-
              tizioni dl competenza stabilite dal D.L.L.  27 luglio  1944 n.159. E questo
              decreto equiparava le sentenze pronunciate dal giudice ordinario in mate-
              ria  di  aiuto militare al  nemico  a  quelle  dei  Tribunali militari  di guerra.
              Esse erano sottratte a ogni impugnazione. Unico rimedio: la grazia sovra-
              na.  Come già dicemmo  nella  relazione dello  scorso anno in applicazione
              di tale normativa fu eseguita la condanna a morte inflitta dalla Corte d'Assise
              di Roma a Pietro Caruso, con sentenza del  19 settembre 1944. Il Caruso,
              improvvisato e feroce questore della Capitale, collaboratore delle SS, ven-
                                         4
              ne  fucilato  il  21  successivo.  <>
                   Nell'autunno 1944l'Alto Commissariato per le sanzioni contro il fa-
              scismo,  istituito  dal governo  Badoglio  con  R.D.L.  26 maggio  n.  134 fu
              ampliato  nelle  sue  strutture,  nelle  sue  competenze  e  nei  suoi  poteri  dal
              successivo  D.L.L.  27  luglio  n.  159 emanato,  dal governo  Bonomi.
                   L'Alto Commissario Carlo Sforza, già ministro degli Esteri nel 1920,
              collare  dell'Annunziata,  ambasciatore  a  Parigi  ai  tempi  della  marcia  su
              Roma,  dimissionario  dopo l'ascesa  di  Mussolini  al  potere,  fuoriuscito  e
              divenuto repubblicano, durante il ventenni o,  rientrato in Italia  nell'otto-
              bre 1943, con impegno si era posto all'opera per l'epurazione di ogni re-
              siduo fascista dalle pubbliche amministrazioni e la punizione dei "crimini
              fascisti"  e dei  delitti  di collaborazionismo.  Organizzò il  suo Ufficio,  do-
              tandolo  di  larghezza  di  mezzi.<5>
                   Istituì  quattro  Alti  Commissari aggiunti.  Fra  i  più attivi  in campo
              giudiziario furono Mario Berlinguer e Mauro Scoccimarro, entrambi ap-
              partenenti  al  partito  comunista.
                   Carlo Sforza lasciò l'ufficio nel gennaio  1945 e venne sostituito dal-
              l' o n.  Grieco.


              (3)  Relazione  1994,  p.  573  e  sg.
              (4)  Fu nel corso del processo trattato dalla Corte d'Assise che avvenne l'orrendo linciag-
                 gio  del  dott.  Carretta,  direttore  del  Carcere  romano  di  Regina  Coeli.
                  Lo  sventurato funzionario citato come teste, senza una scorta, riconosciuto nell'aula
                  da alcuni energumeni, fu  trascinato sulle sponde del Tevere e,  dopo atroci  torture,
                  affogato  nel  fiume.
                  Montanelli-Cervi:  "L'Italia nella guerra civile"  p.  220- Rizzoli  Ed.  - Milano,  1983.
              (5)  Relazione  1944,  p.  575,  576,  577.








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