Page 457 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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L'AERONAUTICA  ITALIANA  ALL'INDOMANI  DELLA  LIBERAZIONE         449


                    "L'Italia esprime fiducia  che,  nel quadro del trattato di pace, le  sia
                consentito  di  poter  disporre:
                a)  di un'aviazione militare da difesa, adeguata per numero e caratteristiche
                   degli aerei al compito previsto dall'Art. 51 del Trattato di San Francisco,
                   circa la difesa del proprio territorio e delle proprie coste, in attesa del-
                   l' intervento delle Forze internazionali, contro l'eventuale aggressore ... ".

                4.  La discriminazione del personale ed i  nuovi velivoli

                    Il Generale Aimone Ca t, che doveva fare i miracoli per salvare l' Ae-
                ronautica  quale  forza  armata  indipendente  nei  confronti  degli  Alleati  e
                delle altre due forze armate italiane di superficie (Esercito e Marina), do-
                veva anche salvaguardare il  morale e la  computezza del suo personale in
                accordo alle decisioni della Commissione di discriminazione nei confronti
                degli ufficiali generali, colonnelli e ufficiali superiori e inferiori per il com-
                portamento tenuto in guerra e per i rapporti avuti con il regime fascista.
                La  Commissione in  quel periodo interrogò  uno per uno gli  ufficiali  che
                avevano militato nelle file dell'A.N.R., i quali dovevano rispondere ad un
                questionario bene articolato.  La  prima domanda  riguardava  se  avevano
                giurato  o  meno  alla  R.S.I.

                    La  formula  di  quel giuramento,  scritta  da  Mussolini,  era:
                    "Giuro di essere fedele alla Repubblica Sociale Italiana e di difender-
                la  nel suo territorio e nelle sue istituzioni e fino all'estremo del sacrificio,
                Lo  giuro  davanti  a  Dio  ed  ai  Caduti  per l'unità  e  la  libertà d'Italia" .
                    Il giuramento che in precedenza essi  avevano prestato al Re  diceva:

                    "Giuro di essere fedele al Re ed ai Suoi reali successori, di osservare
                lo  Statuto  e le  altre leggi  dello  Stato  al  solo  bene del Re  e  della  Patria".

                    E se è vero che non si può giurare due volte in modo diverso è anche
                vero che per molti aviatori, che avevano scelto il Nord, il Re Vittorio Ema-
                nuele III si era squalificato con la fuga da Roma senza avere lasciato ordi-
                ni  e piani adeguati a  fronteggiare la  nuova situazione che comportava il
                cambiamento di fronte delle forze armate italiane. Il nostro Paese era così
                precipitato nel caos e dovette vivere la più grossa tragedia della sua storia
                unitaria.  E che  i  responsabili  di  questa  tragedia  fossero  il  Re,  Badoglio
                e tutti i vertici politici e militari al potere a cavallo dell'8 settembre 1943
                ne erano convinti non solo gli aviatori del Nord ma anche quelli del Sud.
                In ogni caso molti ufficiali della A.N.R.  dopo la  "Liberazione", vennero
                condannati  alla  fortezza  per  anni  o  mesi  e  cancellati  dai  ruoli  organici








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