Page 460 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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452 SEBASTIANO LICHERI
"L'Aeronautica Militare Italiana, compresa tutta l'Aviazione per la
Marina, dovrà essere limitata ad una forza di 200 apparecchi da caccia
da ricognizione e di 150 apparecchi da trasporto, da salvataggio e da scuola
e da collegamento".
All'Art. 65, inoltre, limitava a 25 000 uomini l'organico dell'Aero-
nautica compreso il personale combattente, i comandi ed i servizi, inclusi
gli equipaggi destinati all'Aviazione per la Marina.
L'Art. 66 stabiliva la smobilitazione del personale eccedente gli effet-
tivi fissati all'articolo 65 entro 6 mesi dall'entrata in vigore del trattato
di pace.
L'Art. 67 obbligava la consegna del materiale bellico in eccedenza
ai governi dell'V nione Sovietica, del Regno Unito, degli Stati Un i ti d'A-
merica e della Francia.
Al momento della firma del Trattato di Pace l'Aeronautica Militare
Italiana disponeva di circa 500 velivoli. Precisamente 486 aeroplani di
vario tipo e in diverse condizioni di efficienza, dei quali 257 caccia, 24
bombardieri, 92 trasporti, 62 idro, 44 da collegamento e scuola, 7 rico-
gnitori.
Di questi 486 aerei, cioè circa il 30 % dovette andare alla demolizio-
ne per rientrare nei limiti dei 3 50 autorizzati con l'Art. 64 del Trattato
di Pace. Per l'Aeronautica italiana in quel difficile momento era impor-
tante continuare ad essere a qualsiasi costo e guardare al futuro. Con un
espediente giuridico un gruppo di trimotori SM.82 e G.12 da trasporto
e relativo personale venne ceduto simbolicamente al Sovrano Militare Or-
dine di Malta, ufficialmente riconosciuto in campo internazionale. Così
vennero salvate dalla demolizione gli SM.82 e G.12 apponendo sulla fu-
soliera e sulle ali la croce bianca in campo rosso del S.M.O.M. al posto
della coccarda tricolore. Il personale poté continuare ad operare nel cam-
po del trasporto aereo del quale il Paese aveva grande bisogno. Rimaneva
però il problema di salvaguardare gli aerei in eccedenza della specialità
caccia. Vennero sacrificati quelli più vecchi di costruzione italiana Mac-
chi 202 - 205, Re.2001, CR.42 ancora in servizio.
Per fortuna dell'Italia, fra il1947-48 alcune nazioni, Argentina, Egitto,
Siria e Libano s'interessarono all'acquisto di poco più di un centinaio di
caccia e bombardieri italiani del tipo FIAT G.55, MC.205 e SM.79. Per
accelerare tale operazione, l'A.M. cedette una parte dei suoi migliori ae-
rei, riducendo così il numero dei velivoli in carico e formalmente rien-
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