Page 83 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LE OPERAZIONI DELLA MARINA MILITARE 75
a compensare generosamente ogni possibile aiuto militare, perfino quello
proveniente dallo scarsamente armato Brasile. 03>
In quel luglio 1945 invece la stampa italiana si schierò quasi unani-
memente a favore della dichiarazione di guerra allontano Giappone, defi-
nendola "un dovere", "una guerra del popolo contro le forze retrive e
oppressive del fascismo e del nazismo" e un provvedimento diretto "alla
disfatta integrale delle mentalità e delle istituzioni militariste e imperialiste".
Ma al di là di tali affermazioni altisonanti, che evidentemente non
facevano più distinzione tra guerra di liberazione e aggressività opportu-
nistica, fece impressione l'intervista rilasciata dal presidente del consiglio
all'agenzia "Ansa". In essa l'onorevole Parri affermò, tra l'altro, che era
stato un atto di saggezza non aver dichiarato guerra al Giappone subito
dopo l'armistizio quando una simile mossa politica avrebbe rischiato di
essere interpretata all'estero come un gesto "veramente simbolico, spro-
porzionato e forse risibile", che non sarebbe sfuggita "al sospetto di cal-
colo machiavellico". Invece nel luglio 1945, quando anche il conflitto nel
Pacifico stava per terminare, a Roma evidentemente si pensava che un tale
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provvedimento fosse del tutto giustificabile dal punto di vista morale.<I >
Dichiarata la guerra al Giappone restava da dimostrare agli anglo-
americani che tale cooperazione volontaria ai loro sforzi nel Pacifico non
era più identificabile come "un calcolo machiavellico". Fu necessario quindi
far seguire alle parole i fatti e proporre agli alleati una nostra effettiva
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partecipazione militare alle ultime operazioni belliche in quell'Oceano.<I >
(13) Vedasi al proposito le elargizioni statunitensi del 24 luglio e del 1° ottobre 1941
per orientare a loro favore la politica brasiliana e soprattutto le spese per il rimo-
dernamento delle Forze Armate di Rio de Janeiro quando il presidente Vargas di-
chiarò guerra alle Potenze dell'Asse il 22 agosto 1942 e decise di impiegare le sue
truppe sul fronte italiano il 21 agosto 1943. Cfr. A. Santoni: "Il Corpo di spedizio-
ne brasiliano sulla linea gotica", relazione presentata al Convegno internazionale
di studi storici su Eserciti, Popolazione e Resistenza sulle Alpi Apuane, Massa e Carrara,
8-10 aprile 1994.
(14) Cfr. il quotidiano La voce repubblicana del 17 luglio 1945 sotto il titolo "Parri affer-
ma che oggi l'Italia è in condizioni di combattere" .
(15) Roma poteva rivendicare al proposito il duro trattamento riservato dai giapponesi
agli equipaggi delle nostre unità catturate in territori sotto controllo nipponico alla
dichiarazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943. Si trattava dei sommergibili Cap-
pellini, Giuliani e Torelli, delle cannoniere Carlotto e Lepanto, del transatlantico Conte
Verde e dell'incrociatore ausiliario Calitea Il (ex Ramb Il).
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