Page 62 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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                                             Antonio Baldini

                    Siamo un popolo troppo avvezzo alla storia per

                    esser vinti dalla mattina alla sera di un giorno






                     Il libro Nostro Purgatorio. Fatti personali del
                  tempo della guerra italiana 1915 – 1917, da cui
                  sono  tratte  le  pagine  che  seguono,  si  colloca  a
                  metà tra la cronaca giornalistica e il diario per-
                  sonale di un combattente e raccoglie i reportage
                  dell’autore dall’autunno 1916 alla metà del 1918.
                  Baldini partì per il fronte senza entusiasmo, quasi
                  sorpreso che gli avvenimenti fossero ormai giunti
                  tanto avanti in quel maggio 1915 da portare l’Ita-
                  lia al conflitto con gli Imperi centrali. Combatté
                  inizialmente  come  soldato  semplice  di  fanteria,
                  poi come ufficiale. Il 3 novembre 1915 nel corso
                  di un’azione sul Monte Santo rimase ferito grave-
                  mente, meritò la medaglia d’argento al valor militare e poi trascorse un lungo
                  periodo di convalescenza a Roma, sua città natale. Tornò al fronte sul finire
                  del 1916, ma per le conseguenze della ferita, non più come combattente, ma
                  come corrispondente di guerra da Udine dell’Idea Nazionale di Enrico Cor-
                  radini e poi dell’Illustrazione Italiana fondata da Emilio Treves. Questi suoi
                  articoli diedero vita al volume Nostro Purgatorio: titolo che è una metafora
                  illuminante della sua lettura sconfortata della guerra, descritta come un dolo-
                  roso percorso che bisognava portare a compimento. Lo scritto non mostra nes-
                  suna celebrazione né esaltazione eroica del conflitto, anzi dal racconto appare
                  la visione di un evento che aveva diviso in due la vita di centinaia di migliaia
                  di uomini: un mondo prima del conflitto e poi un altro mondo che si presenta-
                  va ricolmo di inquietudine: la sera della battaglia non puoi guardare un pri-
                  gioniero disarmato senza sentirti anche tu spaventato e compromesso come
                  avanti a un fosco presagio. Emergono nelle pagine conclusive l’angoscia e lo
                  scoramento senza speranza nell’assistere all’occupazione di Udine, quando la
                  vita, la luce e l’umanità, potevano sopravvivere soltanto nel ricordo: Udine,
                  Udine sventurata! Il viso, le parole, i gesti d’una infinità di amici diletti che
                  non rivedremo mai più, tornano nei nostri ricordi tutti fusi in un aspetto della
                  tua piazza, dei tuoi ritrovi, delle tue belle ore di sole. Il libro, come detto, si
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