Page 67 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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1917. La rotta di Caporetto, L’inCreduLità e L’angosCia  65

                    ranza. Fu la prima volta che dopo la strettura di tante
                    superstizioni e di tanti malanni anche la malinconia, la
                    dolce e diletta malinconia, ebbe finalmente i suoi sfo-
                    ghi —alla sera, a queste sere, e a queste terre (d’argini
                    rettilinei e di canali malinconici: e sotto questa luna
                    nebbiosa cominciava a richiamare perdutamente come
                    in sogno la luna limpidissima d’un mese addietro in
                    piazza d’Udine, perdutamente, chetamente, nella vec-
                    chia Piazza Contarena, poi Vittorio Emanuele, oggi chi
                    sa, limpidissima sulla faccia del Castello, sopra i por-
                    tici del loggiato, sui rosei marini del Palazzo, allora
                    che indistinta poca folla famigliare passeggiava chiac-
                    chierando nell’ombra, aspettando allegramente gli ae-
                    roplani, e furlanine passavano con gran picchierellare
                    di zoccoli...
                      Nine ninine....
                                                                    Antonio Baldini al fronte come
                                                                        corrispondente di guerra
                                                                         dopo essere stato ferito
                                       padre nOstrO Che sei nei CieLi...

                      Italiano: che è quanto dire il più novizio e il più maturo, il più inesperto e il
                    più sapiente, il più beffardo e il più prodigo, il più realista e il più visionario di
                    tutti i popoli europei. Allora, vogliamo indagare quello ch’è successo? come
                    fu che per un’ora questo popolo parve cadere nell’infamia, e subito dopo è tor-
                    nato a fare stupire il mondo? Si fa presto a disperare, a piangere sul cadavere
                    della nazione: non saremmo nemmeno stati italiani se non ci fossimo lasciati
                    andare anche per questa china blaterona. Appunto sulla nostra impressiona-
                    bilità faceva assegnamento l’avversario. Senonché siamo un popolo troppo
                    avvezzo alla storia per essere vinti dalla mattina alla sera d’un giorno. Né
                    l’avvilimento e la disperazione posson reggere sotto un cielo come questo, al
                    quale i temporali non servono che a sovraccaricarlo di splendore.
                      Rotti? pentiti? E dunque giunta l’ora di saltarci addosso?
                      Evidentemente l’avversario non calcolava che noi fossimo un popolo da
                    ricominciare la guerra da capo.
                      O padre nostro che sei nei cieli dacci pazienza e bontà da rinvigorire con
                    nuovo sangue il vecchio tronco fulminato.
                    nOvembre 1917


                    Antonio Baldini, Nostro Purgatorio. Fatti personali del tempo della guerra italiana
                                    (1915-1917), Milano, Fratelli Treves, Editori, 1918, pp. 254 -263.
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