Page 93 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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1917. La rotta di Caporetto, L’inCreduLità e L’angosCia 91
schi, che si sparava sopra il bersaglio vivo che saltava da un tronco all’altro,
e si pensava: «Basta che arrivi io prima di lui». Nemmeno quello sul Cauriòl,
atteso pazientemente alla posta, mi pareva di ucciderlo; non era che un passag-
gio rapido, lui lo sapeva benissimo, poteva anche cavarsela, e peggio per lui
se voleva arrischiarsi. Ma questo di stamani, questo si chiama ammazzare, e
anche da vecchio rivedrò sempre netto il guizzo del colpito, e l’abbattersi del
corpo morto, e me ne resterà l’orrore nella memoria.
Guardavo stamattina fuori della trincea dal posto delle mitragliatrici di So-
ave; e vedo là fuori un cento metri, nero sul bigio del sasso, un corpo immo-
bile che ieri non c’era.
«Soave, che rob’è quel coso?»
«l’è ‘l much ch’el ga copà iermatina el tenente Gagliotti, sior capitano»,
interrompe un soldato.
«No no — corregge sùbito il sergente. — Quel i lo gà porta via co la nebia
bassa. Quel coso lavìa nol ghe gera, ieri».
Guardo col binocolo. È proprio un austriaco, e me lo vedo vicino come fos-
se a dieci metri. Forse è arrivato di notte sulle nuove linee, si è disorientato, s’è
addormentato dalla nostra parte. «Prova a dargli la sveglia, Soave. Prova an-
che tu, Semprebon». I due prendono il fucile, puntano, io continuo a guardare
nel binocolo. Era proprio come s’era pensato. I due colpi partono, colpiscono,
svegliano. Il colpito si scuote, balza in piedi, fa per buttarsi dietro la roccia al
sicuro. Ma un altro colpo lo raggiunge, lo risbatte sul sasso, ve lo inchioda; il
corpo ha ancora due o tre sussulti, poi resta immobile, per sempre.
Si, va bene che eran gli altri che sparavano, e che io guardavo nel binocolo.
Ma io ho diretto il fuoco, e l’uomo me lo vedevo a dieci metri nel campo delle
lenti. Quest’uomo l’ho ammazzato io.
M’arrivano i complementi in linea.
Perché dice il generale: «Voi siete truppe solide, quindi resterete in linea
ancora un poco; il cambio — in Italia, sapete, con vino e con donne! — lo
avrete, ma più tardi».
E questi bocetti del ‘99 che han le famiglie che son rimaste di là, e tremano
di freddo la notte perché hanno solo una coperta (l’altra coperta, e le scarpe
nuove, gliele han portate via i veci, e loro han dovuto ringraziare per l’onore) e
schizzan fuori dalla tenda venti volte a far le corse per scaldarsi, questi bocetti
sono pieni di buona volontà, e già battezzati dal sangue, perché mentre veni-
van su a gruppi ci batteva dentro l’artiglieria nemica del Lisser.
Ma poiché c’è un tenente colonnello che non vuole andare sotto un altro te-
nente colonnello, e c’è poi quello che rimarrebbe senza robbio, e se lui ci ha il
suo settore lo voglio anch’io, così si scompongono i gruppi, si ricompongono,