Page 11 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 9








                                          LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848                 9




                      più singolare bellezza morale, che si esprimeva in una rara armonia di forza e
                      di bontà, di straordinario coraggio e di generoso spirito altruistico, di auste-
                      ro disinteresse personale e di ansiosa tendenza a prender sempre la parte dei
                      deboli e degli oppressi e a sposare con entusiasmo, senza troppo pensarci su,
                      tutte quelle cause che, al suo altissimo senso di idealità umana, parevano no-
                      bili e giuste e alle quali era sempre pronto a dedicare la sua virile energia e,
                      occorrendo, la vita.
                         In quest’anima così franca e vigorosa, l’amor di patria aveva assunto for-
                      ma di superiore bellezza ideale, sorretta però dal vigile e positivo senso prati-
                      co, proprio del marinaio di mestiere. Il pensiero della patria lontana, oppres-
                      sa e divisa, non gli procurava soltanto cocente dolore; ma, nel confronto coi
                      ricordi gloriosi dell’antica grandezza di Roma, cui si era abbeverato il suo spi-
                      rito negli anni giovanili, accendeva nel suo animo maschio e risoluto il fermo
                      proposito di dedicare alla causa della risurrezione d’Italia tutto quel tumulto
                      di energie, ancora indefinite, che gli bolliva nel petto.
                         Della sua vocazione guerriera egli non aveva probabilmente allora che una
                      vaga ed incerta sensazione. Marinaio ardimentoso, aveva lottato bensì con
                      constante sagacia e con fredda energia contro gli assalti delle onde e contro le
                      furie del vento; ma mai gli era occorso ancora di provarsi nell’arte di combat-
                      tere, armata mano, contro un nemico in campo. Le superbe qualità combat-
                      tive naturali che fremevano in quel cuore generoso, temprate ed affinate nel-
                      la rude dodecennale vita trascorsa sul mare, lo avevano però ben preparato a
                      diventare, ove le circostanze avessero favorito (come difatti avvenne), e pur
                      senza nessun bagaglio di dottrina tecnica, uno dei più singolari e dei più po-
                      polari capitani che la storia ricordi.
                         E l’America fu precisamente per lui, come ora vedremo, la sua vera, unica
                      e magnifica scuola di guerra; scuola di guerra d’un genere tutto particolare, se
                      si vuole, ma forse appunto perciò aderente, come nessun’altra, al suo partico-
                      larissimo temperamento guerriero dalle linee semplici e diritte; dalle larghe
                      vedute su campi d’azione sempre assai vasti; tutto pervaso di meditato e riso-
                      luto dinamismo e di geniale attitudine a ottenere i massimi risultati, pur nel-
                      la più difforme e spesso rudimentale povertà dei mezzi posti a sua disposizio-
                      ne.
                         L’impronta genuina delle sue fantastiche gesta guerriere di America restò
                      poi impressa, come un segno indelebile, durante tutta la sua lunga successiva
                      carriera di condottiero. Dovunque, più tardi, gli capitò infatti di combattere,
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