Page 16 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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to allora dagli stranieri. Soprattutto poi gelosa è in lui la cura di dimostrare
coi fatti che egli può essere corsaro o guerrigliero, come la situazione e l’am-
biente richiedevano, ma in buona guerra, per una causa giusta e con costan-
te spirito di disinteresse, di generosità e di cavalleria, e non mai né pirata, né
soldataccio di ventura, in cerca di lucro o di preda con atti di brigantaggio e
di saccheggio.
Egli, insomma, natura schiettamente italica, impresse subito e sempre
mantenne alla sua squisita personalità di soldato e di condottiero il segno no-
bile ed incancellabile del guerriero, combattente ad armi lecite e cavalleresche
per un alto ideale umano, in difesa dei deboli o per la causa della giustizia e
della libertà dei popoli.
Così lumeggiate, con pochi tocchi di colore, le fondamentali virtù dell’uo-
mo di guerra, quale stava proprio allora sbocciando fuori dalla scorza abbron-
zata del consumato marinaio, potremo ora più profondamente apprezzare la
sua instancabile attività battagliera che doveva in pochi anni trarlo dall’oscu-
rità a quella fama universale, che si ripercosse in Italia come un fremito di or-
goglio e di speranza e come prossimo vaticinio di vittoria.
Si era allora all’incirca a mezzo l’anno 1838. I Riograndesi avevano perdu-
ta la loro capitale Porto Alegre, occupata dagli imperiali brasiliani, nonché la
posizione fortificata di S. José do Norte, che domina lo sbocco nell’oceano
della vastissima laguna di los Patos, mentre un grosso esercito imperiale inva-
deva da nord il territorio della piccola Repubblica.
In tale frangente, Bento Gonçalves che reggeva il governo del paese e co-
mandava in campo l’esercito degli insorti, non esitò ad affidare a Garibaldi
una ben difficile missione: organizzare, cioè, e comandare una flottiglia, con
la quale contrastare, sulla grande laguna, i progressi delle navi da guerra bra-
siliane che vi scorrazzavano da padrone con grave danno dei Riograndesi.
In soli due mesi, Garibaldi, col grado di capitan tenente, impianta sulla ri-
va della laguna, allo sbocco del fiume Camaguan, una specie di arsenale ru-
dimentale e, con mezzi di fortuna, riesce a rabberciare vecchie imbarcazioni
e a mettere in acqua così una flottiglia composta di due lancioni: il Rio Par-
do e il Republicano, della portata di 15-20 tonn. ciascuno, armati con cannon-
cini di bronzo e con a bordo settanta uomini di equipaggio, accozzaglia in-
forme di gente d’ogni risma e d’ogni paese, ma tutti uomini di fegato e pron-
ti ad ogni evento.