Page 12 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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sempre nelle sue meditate concezioni, nelle sue fulminee decisioni e soprat-
tutto nell’irresistibile vigore e risolutezza della esecuzione, si rivelò l’orma ori-
ginaria dell’intraprendente guerriero, eroe di tante prodezze nelle pampas
sconfinate e sulle aspre e intricate regioni montane dei paesi a nord del Pla-
ta, o dell’inafferrabile corsaro rimasto leggendario sulle flagellate coste brasi-
liane o sulle grandi lagune e sugli immensi fiumi oceanici di quel lontano tea-
tro di azione.
PRIMO PERIODO (1836 - 1842)
Sono a tutti note, per essere state tante volte riportate nelle numerose e ce-
lebri biografie dell’Eroe (e ci sembra superfluo qui ricordarle) le curiose vi-
cende attraverso le quali il giovane Garibaldi, da modesto ed oscuro capitano
di cabotaggio sulle coste brasiliane, divenne ad un tratto, nel maggio del ‘37,
uno dei più famosi campioni di guerra di corsa e poi strenuo condottiero per
mare e per terra in difesa della piccola e male armata Repubblica di Rio Gran-
de do Sul, già da tempo in rivolta disperata contro il potente Impero brasilia-
no.
I fantastici avvenimenti di questa guerra senza quartiere e con ben scarsa
speranza di vittoria occuparono ben cinque anni (dal ‘37 al ‘42) della tempe-
stosa vita militare americana del nostro Eroe. Dopo di che, e soltanto con una
sosta di pochi mesi, la sua attività guerriera riprende per altri sei anni (dal lu-
glio del ‘42 all’aprile del ‘48) e tocca la sua più alta espressione, questa volta
al servizio della Repubblica della Banda Orientale (Uruguay) in lotta decisi-
va contro le prepotenti mire conquistatrici del crudele tiranno Rosas, dittato-
re della vicina Repubblica Argentina.
A voler narrare tutte le straordinarie vicende di questi due lunghi periodi
di guerra che resero famoso il nome di Garibaldi si correrebbe il rischio di ri-
petere presso a poco quanto risulta in proposito dalle fonti molto note, ma
purtroppo assai scarse, esistenti: prima e più autorevole quella delle «Memo-
rie autobiografiche» dell’Eroe, sulle quali poi, più o meno, tutti hanno rica-
mato, talvolta anche con sbrigliata fantasia, come in quella specie di «vita ro-
manzata» scritta dalla penna magistrale di A. Dumas.
D’altra parte, più che una minuta e metodica narrazione di avvenimenti
guerreschi, a noi preme di mettere in luce soprattutto la originale personali-