Page 308 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   gionieri nelle mani dei garibaldini.
                      Poco dopo mezzogiorno dello stesso 26, il colonnello Allet degli zuavi,
                   parte da Roma - porta Pia - con una colonna composta da una compagnia
                   cacciatori, una di linea, alcune compagnie di carabinieri esteri, varie di zuavi,
                   una batteria su 4 pezzi, una squadra di dragoni; circa 1200 uomini in tutto.
                      Avanza per la Salaria; alla Marcigliana e verso Forno Nuovo, sull’imbruni-
                   re, impiegando il cannone, respinge facilmente gli avamposti garibaldini del-
                   la colonna Salomone e giunge sino al casale delle Capannelle presso la fabbri-
                   ca di laterizi, mentre la compagnia zuavi del capitano de Saisy occupava la sta-
                   zione di Monterotondo.
                      Qui sostiene piccoli scontri con reparti garibaldini della colonna Salomo-
                   ne, ma sopraggiunta la notte, non ritenendosi in forza sufficiente, non si ar-
                   rischia di procedere oltre, e, dopo aver sostato alquanto, temendo di essere ta-
                   gliato fuori, e per ordine ricevuto, il colonnello Allet, circa la mezzanotte, ri-
                   piega su Roma, ove giunge circa le ore 10 del 27.
                      Sembra che realmente Menotti avesse già pensato ad un aggiramento del-
                   la colonna pontificia per i monti di Massa per attaccarla all’alba sul fianco ed
                   a tergo, ma con la sollecita ritirata l’Allet riuscì a sottrarsi in tempo.
                      Nel pomeriggio dello stesso giorno 26 il tenente colonnello de Charette da
                   Tivoli si portava a Montecelio, ove giungeva circa le 19, con circa 500 uomi-
                   ni per cooperare con la colonna Allet; ma qui apprendeva la caduta di Mon-
                   terotondo e l’ordine di tornare a Tivoli, e successivamente a Roma, con tutta
                   la sua gente.
                      Le forze garibaldine effettivamente impegnate a Monterotondo nelle gior-
                   nate del 25 e 26 furono calcolate a 5.000 uomini; ma forse la cifra è alquan-
                   to superiore al vero.
                      Perdite: secondo il Guerzoni ed il Bertani i garibaldini ebbero in totale 40
                   morti e 140 feriti; Kanzler da 400 fra morti e feriti; il Vitali 500 morti, il che
                   è evidentemente esagerato.
                      Certo le perdite dei volontari furono gravi e sono forse i dati del Kanzler
                   che più si avvicinano alla realtà.
                      I pontifici, secondo quanto si desume dal racconto del Vitali, ebbero 2
                   morti ed una ventina di feriti. Tale rilevante differenza nelle perdite è natura-
                   le quando si consideri la differenza di armamento e che i pontifici combatte-
                   rono al riparo delle mura, mentre i garibaldini erano allo scoperto, in condi-
                   zioni svantaggiose di visibilità di bersaglio, certamente con poco ordine ed ar-
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