Page 310 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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292 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
è la 1ª compagnia della legione d’Antibo (capitano de Séré) rinforzata dalle
compagnie zuavi De Veaux e de Charette Alain. Accennano ad avvolgere la
sinistra dei volontari; Garibaldi nonché preoccuparsene, ordina invece di rin-
forzare la sua destra con la colonna Valzania (1200 uomini) fatta procedere
da Castel Giubileo. Questa avanza coi battaglioni VII ed VIII in prima linea
ed occupa tre case (quelle di Prati Fiscali?) fra ponte Salario e Casal dei Paz-
zi; il IX battaglione è riunito in riserva.
Garibaldi ha anche prescritto di non rispondere al fuoco, volendo con ciò
abituare le sue giovani truppe alla calma e ad economizzare le scarse munizio-
ni; permette solo qualche tiro ai provetti tiratori.
I pontifici non attaccano; verso sera rinforzati ancora, avanzano di poco:
dopo 6 ore di incruenta scaramuccia, ripiegano su Monte Sacro.
Nel campo di Garibaldi sembra nulla si sapesse ancora dello sbarco dei
Francesi; ma nella notte se ne ha notizia e ciò produce grande scoraggiamento.
La sera stessa del 30 al casale della Cecchina, delusa la speranza di una ri-
volta in Roma, Garibaldi decide e prepara la ritirata su Monterotondo, che
s’inizia alcune ore prima dell’alba del 31. Appena giorno, una sezione d’arti-
glieria pontificia, giunta nella notte, batte Casal dei Pazzi e le case già occu-
pate dalla colonna Valzania che eran state abbandonate fin dalla sera prece-
dente; due compagnie attaccano Casal dei Pazzi, mentre altre tre di carabinie-
ri esteri uscivano da ponte Mammolo per aggirare detta località; fu fatto pri-
gioniero qualche ritardatario. Contemporaneamente tre compagnie del reggi-
mento indigeno di linea, passato con barche l’Aniene presso ponte Salario, si
spingevano su Castel Giubileo.
Puntata nel vuoto.
La ritirata dei garibaldini si compie però con molto disordine; il Barrili,
che era alla retroguardia, assicura che la strada era seminata di armi abbando-
nate da intere compagnie e numerosi i volontari sbandati. I disfattisti, imman-
cabili in ogni insuccesso, insinuavano che il ripiegamento preludeva all’abban-
dono dell’impresa; Garibaldi nelle sue «Memorie» ha parole amare al riguardo.
Il maggiore Castella si diè poi vanto di aver fatto ritirare i garibaldini da
Casal dei Pazzi, ma Garibaldi, evidentemente, non aveva voluto fare che una
ricognizione, sperando forse che potesse dar animo alla rivolta nell’interno
della città.
Il 1° novembre Garibaldi è di nuovo colla massa dei suoi intorno a Mon-
terotondo, e vi ha assunto la seguente dislocazione: