Page 312 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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294 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
tervento francese e dato disposizioni perché a Civitavecchia si preparasse ogni
cosa per facilitare lo sbarco dei Francesi.
Intanto, con saggio consiglio, il comando delle truppe pontificie aveva con-
centrato le sue forze in Roma ed in Civitavecchia e fatto interrompere in vari
tratti la ferrovia litoranea verso Orbetello e quelle per Napoli verso Isoletta.
Ne profittarono i garibadini per occupare Viterbo ed i reparti dell’esercito
regolare, che occuparono Acquapendente, Civita Castellana e Frosinone.
Il 29 ottobre si iniziò a Civitavecchia lo sbarco del corpo di spedizione
francese. Il 1° di novembre tutta la la Divisone è riunita in Roma; il movi-
mento ferroviario della 2 Divisione è in atto.
a
L’intervento francese veniva a cambiare totalmente la situazione; ad ope-
razioni campali non era più nemmeno il caso di pensare contro il formidabi-
le contingente franco-pontificio.
D’altra parte, se la popolazione di Roma rimaneva indifferente, né altri-
menti poteva fare contro il grosso presidio, a Garibaldi non rimanevano che
due partiti cui appigliarsi:
- sciogliere il corpo dei volontari e rimandare l’impresa ad epoca migliore;
- temporeggiare mantenendo viva l’insurrezione del territorio.
Dopo qualche esitazione, il duce dei Mille si decide per quest’ultimo par-
tito e stabilisce di concentrare le sue forze a Tivoli, dove secondo gli ordini
impartiti troverà anche Nicotera; Acerbi raggiungerà con itinerario indicato-
gli. A Tivoli si poteva restare in attesa di qualche favorevole cambiamento del-
la situazione, in buona posizione difensiva, con spalle appoggiate agli Appen-
nini - facili sbocchi per la manovra - e via aperta per l’Abruzzo e sempre a por-
tata di Roma.
In conseguenza di tale decisione i feriti garibaldini di Monterotondo nel-
la giornata del 2 sono sgombrati per Passo Corese entro i confini del Regno;
Nicotera ebbe reiterato l’ordine di portarsi a Tivoli.
Ci potremmo chiedere se a Garibaldi non sarebbe convenuto meglio, an-
ziché spostarsi a Tivoli, portarsi con tutte le sue forze sulla destra del Tevere
e campeggiare a guerriglia nel Viterbese riunendosi con Acerbi e facendovisi,
possibilmente, raggiungere da Nicotera.
Militarmente parlando, il terreno pontificio, sulla destra del Tevere, pre-
senta all’incirca le stesse caratteristiche di quello sulla sinistra, ma, nei riguar-
di politici, la situazione sarebbe stata per Garibaldi assai diversa a seconda che
egli si fosse soffermato nel Viterbese o sulla sinistra del fiume. Nel primo ca-

