Page 313 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 295








                                                LA CAMPAGNA DEL 1867                      295




                      so, egli avrebbe avuto alle spalle un confine, che, per essere più breve, vicino
                      a Firenze e ben vigilato dalle truppe radunate dal Ricotti, non gli consentiva
                      speranze di aiuti e di rifornimenti, nel secondo caso, l’Eroe, più a portata del
                      Mezzogiorno, ove splendeva ancora, nella venerazione del popolo, l’aureola di
                      gloria della sua leggendaria conquista, poteva fare assegnamento su circostan-
                      ze favorevoli all’impresa. Di qui forse, i motivi della scelta di Tivoli su Viterbo.



                      L’OFFENSIVA DEI FRANCO-PONTIFICI


                         La sera del 1° novembre si teneva a Roma un Consiglio di guerra sotto la
                      presidenza del Kanzler.
                         L’opinione di questi, che è per l’offensiva immediata, prevale su quella del
                      de Failly, che è dell’avviso di aspettare l’arrivo della 2 Divisione, e si decide
                                                                       a
                      di attaccare subito Garibaldi a Monterotondo perchè non abbia tempo di raf-
                      forzarsi e di concentrare maggiori forze.
                         I Francesi concorreranno nell’operazione.
                         Benché dal rapporto del Kanzler possa dedursi che gli fosse nota, o alme-
                      no prevedesse, l’intenzione di Garibaldi di spostarsi a Tivoli, gli alleati ritene-
                      vano di trovare il nemico ancora in posizione a Monterotondo «militarmen-
                      te accampato, attendendo un attacco».
                         Come la decisione di Garibaldi risponde ad un sereno obiettivo esame del-
                      la situazione, e ne è conseguente un logico concetto di operazioni, dalla par-
                      te avversa è anche compresa la necessità di un colpo di forza che tronchi net-
                      tamente l’agitazione, risolva una situazione il cui prolungarsi può essere non
                      scevro di pericoli e che ora si può affrontare con superiorità di forze. Conve-
                      niva attaccare Garibaldi a Monterotondo, addossato al confine, diviso dalle
                      sue frazioni d’ala, nelle difficoltà logistiche in cui si dibatteva, anziché dargli
                      modo di riparare alle tristi conseguenze morali e materiali della ritirata, rice-
                      vere rinforzi, riunire tutte le sue forze a Tivoli in migliori condizioni difensi-
                      ve, con maggiore spazio dietro di sé ed in più favorevoli condizioni di mano-
                      vra in ogni direzione.
                         Concetti dunque razionali di ambedue gli avversari.
                         Però, l’esecuzione fu lenta da parte dei garibaldini ritardati ed ostacolati
                      dalle difficoltà di una più che imperfetta organizzazione, da una logistica dif-
                      ficile, dalla incapacità di alcuni ufficiali e dalle gelosie dei capi lontani, rilut-
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