Page 311 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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LA CAMPAGNA DEL 1867 293
- la stazione della ferrovia fortemente occupata, avamposti sulla Salaria, a
Forno Nuovo e S.Colomba;
- 1 battaglione a Mentana, II (Ciotti) della colonna Salomone (dal 26);
- 1 battaglione sulla strada di Tivoli fra monte Porci e monte Lupari, XVII.
(Rambosio);
- 1 battaglione a Montecelio, XV (Vannutelli);
- 1 battaglione a S. Angelo Romano, XVI (Buzzi), che coi due precedenti
costituiva la colonna Paggi;
- il resto a Monterotondo e dintorni.
Attivo servizio di esplorazione - compatibilmente con la scarsezza di uffi-
ciali e guide a cavallo - con ricognizioni di giorno e di notte verso Roma sul-
le vie Salaria e Nomentana.
Il colonnello Pianciani è a Tivoli dal 29, con un migliaio di uomini com-
preso il XIV battaglione (Marini) della colonna Salomone.
La ritirata ha scoraggiato assai quelle giovani ed impressionabili truppe, la
notizia pervenuta dello sbarco dei Francesi a Civitavecchia persuade molti che
sia inutile continuare in un’impresa ormai divenuta di impossibile riuscita.
Crescono le diserzioni, avvengono disordini. Menotti - asserisce fra altri il Vi-
tali - fa disarmare e rinviare 500 volontari. Altri però ne giungono lo stesso
giorno (l’avvocato capitano Semenza con 200 uomini), ma la depressione
morale continua e si accentua. Si da ordine ripetutamente a Nicotera di por-
tarsi a Tivoli e ad Acerbi di riunirsi alla colonna principale abbandonando il
Viterbese e passando sulla sinistra del Tevere.
Accresce lo scoraggiamene il contegno del Gabinetto di Firenze divenuto
ora, col Menabrea, decisamente ostile ai volontari; il comitato centrale di Fi-
renze è sciolto il 31 ottobre; i rifornimenti diventano difficili: il 2 novembre
a Passo Corese si impedisce il transito a un parco di buoi che va disperso; nel-
lo stesso giorno in quella stazione s’incendia un carro di munizioni; l’uso del-
la ferrovia è permesso soltanto ai feriti. Il gen. Ricotti, che comandava le trup-
pe italiane al confine romano, riceve l’ordine di «agire eventualmente d’accor-
do con le truppe francesi».
L’INTERVENTO FRANCESE
Fin dal primo delinearsi della probabilità di una invasione dello Stato da
parte dei garibaldini, il governo pontificio aveva avviato trattative per un in-