Page 315 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 297








                                                LA CAMPAGNA DEL 1867                      297




                      Fabrizi, o le ore 11,30 secondo il Menotti, per poter distribuire delle scarpe
                      giunte la sera precedente, e delle quali i volontari avevano grande bisogno.
                         Così si rimase a Monterotondo fin quasi a mezzogiorno; se si partiva sol-
                      tanto tre ore prima si sfuggiva all’attacco. Sembra che Garibaldi di buon mat-
                      tino salisse sulla torre del palazzo Piombino, ma non rilevasse nulla d’impor-
                      tante; forse a quell’ora la colonna franco-pontificia era ancora troppo arretra-
                      ta o era nascosta dalle pieghe del terreno.
                         Garibaldi sa, la stessa mattina del 3, dei dissidi sorti fra il Nicotera e l’Or-
                      sini, per cui è andata a monte la loro riunione a Tivoli.
                         La strada, che doveva percorrere il corpo di Garibaldi per portarsi da Mon-
                      terotondo a Tivoli, si stacca dalla via Nomentana, poco meno che un chilo-
                      metro e mezzo a sud-est di Mentana, sotto l’altura dell’Immaginella piegan-
                      do poi a sinistra per regione le Vignole-osteria delle Moiette-quadrivio q. 88
                      a sud ovest della attuale stazione di Montecelio-ponte Vigne sul fosso dei Pra-
                      ti. La strada è in parte carrareccia, in parte campestre; forse allora era in mi-
                      gliori condizioni che non attualmente. Press’a poco era la stessa percorsa da
                      Garibaldi nei giorni 3 e 4 luglio 1849 nella sua leggendaria ritirata da Roma
                      dopo caduta la città in mano dell’Oudinot.
                         Distanza da Monterotondo a Tivoli, circa 18 chilometri. Era dunque una
                      marcia di fianco rispetto alle provenienze da Roma tra la Nomentana e la Ti-
                      burtina. Riproduciamo integralmente l’ordine del giorno di Garibaldi, scrit-
                      to di suo pugno, come esempio di laconicità, chiarezza e lucidità di vedute;
                      soltanto non vi è indicata l’ora di partenza che, come si è detto, fu fissata ver-
                      balmente o con altro ordine:

                         «Colonnello Menotti Garibaldi.
                         «Le colonne da voi comandate marceranno per la sinistra sulla via di Ti-
                      voli. Nella marcia esse si terranno compatte il più possibile e in ordine.
                         «Sulla destra delle colonne in marcia, e sulle strade che conducono a Ro-
                      ma, si dovranno spingere delle pattuglie a piedi e degli esploratori a cavallo
                      bastantemente lontano per arrivare a tempo di prendere posizione in caso del-
                      l’approssimarsi del nemico.
                         «Sulle alture di destra della linea di marcia si dovranno pure tenere delle
                      vedette allo stesso scopo.
                         «Una avanguardia precederà le colonne ad una distanza per lo meno di
                      1.500 a 2.000 passi ed essa sarà preceduta pure da esploratori e fiancheggia-
                      tori competenti.
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