Page 334 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   sone: il Canzio, gli aiutanti Tironi, Pasqua e Gattorno, un certo capitano
                   Foulc e, quale segretario particolare, Giovanni Basso.
                      Garibaldi intendeva costituire l’Armata su 4 brigate; cosa fossero queste
                   brigate si vedrà; per comandarle non disponeva che dei figli Menotti e Ric-
                   ciotti, del generale polacco Bosak-Hauke, suo amico e del generale francese
                   Marie designato dal Gambetta, che non si presentò mai e che venne sostitui-
                   to prima dal Delpech ex-prefetto di Marsiglia e, più tardi, dal Lobbia.
                      Tre elementi completamente diversi per arruolamento e per valore opera-
                   tivo costituivano lo strumento di lotta di Garibaldi in quella campagna: i mo-
                   bilizzati, i franchi tiratori francesi ed i volontari italiani; un complesso quan-
                   to mai eterogeneo ed improvvisato.
                      I mobilizzati, moblots, guardie nazionali mobili ecc., costituivano la parte
                   maggiore e peggiore dell’Armata e non poteva essere altrimenti, dato il curioso
                   sistema di arruolamento e di organizzazione adottato dal governo provvisorio.
                      Tutti gli uomini non ammogliati dai 20 ai 40 anni erano stati iscritti nel-
                   le liste dei mobilisés. Anziché affidare l’organizzazione e l’armamento delle
                   unità di nuova formazione alle autorità militari territoriali, il governo l’aveva
                   affidata ai prefetti, organi del tutto incompetenti. Questi misero insieme ele-
                   menti di ogni genere per età e per attitudini militari, li inquadrarono con gra-
                   duati ed ufficiali improvvisati, tratti dagli elementi più disparati per origine,
                   moralità e condizione sociale; li equipaggiarono in modo sommario ed il più
                   strano, che andava dall’uniforme del soldato all’abito civile senza alcun segno
                   esteriore che indicasse lo stato militare, quando non assumeva foggia addirit-
                   tura brigantesca. In quanto alle armi, i prefetti più attivi e scrupolosi distri-
                   buirono quelle armi vecchie e nuove che avevano a portata: pistole, fucili a
                   percussione, Remington, a tabacchiera, carabine svizzere, inglesi, ecc; ma i
                   più avviarono i mobilisés al fronte addirittura disarmati. Di munizioni, inuti-
                   le discorrere, qualcuno le avrebbe date. Si può facilmente comprendere come
                   con siffatto campionario di armi potesse organizzarsi un regolare e sufficien-
                   te rifornimento e come, con codesti arnesi da museo, i battaglioni mobilisés
                   potessero affrontare le fanterie prussiane armate di Dreyse.
                      Raggruppati in compagnie, in battaglioni o legioni senza alcun criterio di
                   forza - quella delle compagnie oscillava fra 30 e 200 uomini - privi di mezzi
                   di trasporto e di organi per i servizi, i mobilisés costituivano una folla etero-
                   genea senza alcuna coesione, ignara di ogni principio di disciplina, incapace
                   a muoversi e tanto meno a combattere; spesso essi diventarono orde perico-
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