Page 336 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   se che resero lenta, difficile ed inidonea ai compiti per i quali era stata costi-
                   tuita la messa a punto dell’Armata dei Vosgi e cioè: l’equivoco al quale s’ispi-
                   rò la costituzione del comando nel teatro delle operazioni dove doveva agire
                   l’Armata stessa e la riluttanza, che assunse spesso vera forma di ostilità, da
                   parte delle autorità civili e militari francesi a fornire a Garibaldi i mezzi ade-
                   guati alla grave bisogna.
                      Nessuna giurisdizione territoriale apparteneva al comando di Garibaldi:
                   egli doveva ricevere le unità, non ancora del resto precisate, dalle prefetture o
                   da altri enti militari a seconda delle indicazioni che avrebbe dato la Delega-
                   zione di Tours ed inquadrare in Dôle tutti gli individui che volontariamente
                   si fossero presentati per arruolarsi nei corpi franchi. Le relazioni tra il coman-
                   do di Garibaldi e quelli delle varie piazzeforti e delle unità campali operanti
                   nella regione avrebbero dovuto consistere in amichevoli accordi, in intese, il
                   cui risultato favorevole dipendeva più dalla buona volontà delle parti che da
                   obblighi di subordinazione o di cooperazione.
                      Il Gambetta esplicitamente aveva dichiarato che non avrebbe mai posto al-
                   la dipendenza di Garibaldi un generale francese; altrettanto esplicite erano
                   state le dichiarazioni di alcuni generali e dei loro dipendenti a tale riguardo e
                   qualcuno, come più tardi il Bourbaki, arrivò al punto da non volere avere con
                   lui alcun contatto o diretta relazione. L’azione della costituenda Armata dei
                   Vosgi sarebbe perciò rimasta distinta ed indipendente da quella delle altre
                   unità agenti per lo stesso scopo e nello stesso teatro operativo ed è facile de-
                   durre quali difficoltà e quali contrasti Garibaldi avrebbe dovuto affrontare e
                   sostenere, isolato come era, ai più malvisto, dai meno ostili sopportato, da
                   tutti intenzionalmente ignorato. E tutto ciò, indipendentemente dalle diffi-
                   coltà derivanti dalla mancanza in proprio di mezzi di trasporto e di collega-
                   mento, di stabilimenti e di organi per i servizi.
                      Malgrado ciò, Garibaldi riuscì ad organizzare quella larva di esercito ed af-
                   frontare con esso un nemico quale il Prussiano; impresa che a qualunque al-
                   tro generale sarebbe sembrata follia.
                      In siffatte condizioni s’iniziò e si svolse l’organizzazione della Armata gari-
                   baldina.
                      Si è detto che al 16 ottobre di essa non vi era che un piccolo drappello.
                   Degli altri reparti, si aveva soltanto notizia vaga e non lieta.
                      Il prefetto del Doubs avvertiva Bordone che a Besançon, ove comandava
                   il generale Cambriels, reparti di franchi tiratori sbandati e senza alcun ordine
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