Page 335 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 335
impag. Libro garib CISM 19-02-2008 13:12 Pagina 317
LA CAMPAGNA DI FRANCIA 1870 - 1871 317
lose per lo stesso ordine pubblico nelle regioni ove venivano reclutati ed or-
ganizzati.
L’imbarazzo del ministero per impiegare queste formazioni improvvisate
andò sempre crescendo, tanto che il Freycinet telegrafava il 22 gennaio del
1871 al Gambetta che la questione dei mobilisés era divenuta grave. Il Freyci-
net si lamentava che i prefetti, «senza eccezione, avevano organizzato batta-
glioni incompletamente equipaggiati, male armati, mal comandati e assolu-
tamente ignari di istruzione militare» ed aggiungeva che «assai pericolosa era
stata la decisione di portarli al fronte per soddisfare l’impazienza dei prefetti,
poiché non costituivano che un ingombro di non valori e peggio ancora».
Accanto ai mobilizzati vi erano unità di franchi tiratori costituite di uomi-
ni arditi che animati da ardente patriottismo erano accorsi sotto le bandiere
per combattere l’invasore. A fianco dei franchi tiratori francesi gareggiavano
per combattività ed ardimento i volontari italiani.
Questi ultimi nella campagna di Francia non furono numerosi: se ne for-
marono due legioni agli ordini del Tanara, magnifico garibaldino di tutte le
precedenti campagne, e del Ravelli, divise in battaglioni.
Lo scarso numero di essi dipende, anzitutto, dalla preoccupazione che in
Italia si aveva sull’esito della lotta ineguale che si riteneva si sarebbe conclusa
in una catastrofe. D’altra parte ripugnava agli antichi garibaldini di dover
combattere a fianco dei soldati del de Failly; inoltre, dovendo essi a proprie
spese recarsi in Francia, ben pochi, i facoltosi, avrebbero potuto sostenere un
viaggio tanto costoso ed, infine, gli ordini rigorosi emanati dal governo italia-
no per i quali la polizia arrestava chiunque fosse in sospetto di voler partire
per la Francia, ne rendevano assai arduo l’arruolamento. Anche tra i più fidi
compagni delle passate gesta garibaldine vi era una certa perplessità: molti
oscillavano tra il dolore di non trovarsi al fianco del loro amato condottiero
e l’invincibile, sebbene spiegabile ripugnanza di dover combattere, seguendo-
lo, al fianco dei Francesi che con le meraviglie dei loro chassepots avevano spar-
so sangue italiano a Mentana. Ne derivò una naturale automatica selezione;
sì che gli elementi della legione italiana potevano considerarsi scelti. Essi co-
stituirono, per conseguenza, il nocciolo di maggiore e più sicura efficienza
dell’Armata dei Vosgi che, con i Francesi dei corpi francesi formarono quella
purtroppo scarsa aliquota di veri combattenti che Garibaldi potè impiegare
contro i Prussiani.
Ai difetti insiti in siffatta organizzazione, che rendevano assai aleatorio l’a-
malgama di elementi tanto eterogenei, si devono aggiungere ancora altre cau-