Page 331 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 331

impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 313














                      PIETRO MARAVIGNA *



                      LA CAMPAGNA DI FRANCIA
                      1870 - 1871







                      DA CAPRERA A DÔLE

                         «Tutto quello che resta di me, l’offro alla Francia».
                         In quella frase si rileva tutto Giuseppe Garibaldi!
                         Ed egli attese impaziente lunghe settimane prima di ricevere risposta dal
                      governo provvisorio alla generosa offerta e quando finalmente la misteriosa
                      piccola nave, elusa la vigilanza del governo italiano, lo condusse come un fug-
                      gitivo in terra francese, egli, il condottiero dei Mille, il generale del Re d’Ita-
                      lia, il dittatore di Napoli e Sicilia, si sentì offrire dal Gambetta il comando di
                      qualche compagnia di volontari in formazione a Chambéry.
                         Al dignitoso rifiuto dell’Eroe dei due Mondi, che significò inequivocabile
                      richiamo alla realtà, il Gambetta ritenne di aver trovato una posizione conve-
                      niente per Garibaldi offrendogli quel comando «di tutti i corpi franchi della
                      zona dei Vosgi da Strasburgo a Parigi (sic) e di una brigata di guardie mobi-
                      li», che mascherava in un’ampollosa circonlocuzione la vacuità del contenuto
                      reale dell’offerta.



                      * Pietro Maravigna (Catania, 1876 - Roma, 1964), sottotenente di fanteria nel 1896, affrontò in Libia
                      la prima esperienza bellica. Dopo aver frequentato la Scuola di guerra, iniziò la sua attività di scrittore
                      occupandosi di problemi tattici. Iniziata la Grande guerra come maggiore di S.M., nel 1918 fu asse-
                      gnato col grado di colonnello al Comando Supremo. Nel dopoguerra, insegnò storia militare alla
                      Scuola di guerra. Inizia in quegli anni una intensa attività scientifica che portò alla pubblicazione di
                      molti libri. Fra questi, Studi critici sulla guerra mondiale, Roma, 1922; Gli italiani nell'oriente balcani-
                      co, in Russia e in Palestina, Roma, 1923: Guerra e vittoria, Torino, 1927, che avrà diverse edizioni suc-
                      cessive. Di quegli anni è anche la sua opera maggiore Storia dell'arte militare moderna, Torino, 1923,
                      più volte ripubblicata. Negli anni successivi comandò una Brigata di fanteria, poi la Divisione
                      Gavinana, che condusse al fuoco in Etiopia, e infine il II Corpo d'armata speciale, col quale concluse
                      la campagna. Ebbe in seguito incarichi di alto livello e raggiunse il rango di comandante designato
                      d'Armata. Nel secondo dopoguerra, lasciato il servizio attivo, continuò l'attività di scrittore con vari
                      saggi di storia militare e con il volume Come abbiamo perduto la guerra in Africa, Roma, 1949.
   326   327   328   329   330   331   332   333   334   335   336