Page 332 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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314 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
Giuseppe Garibaldi accettò, pur comprendendo che la sua presenza in
Francia era più sopportata e subìta che desiderata; ma l’accettò perchè egli
aveva offerto la sua spada, non ai nuovi governanti della Francia, ma all’idea
che in quel momento storico impersonava nella Francia liberata dal bonapar-
tismo ed in lotta mortale con l’invasore prussiano.
Il 14 ottobre 1870 Garibaldi arrivava a Dôle, luogo da lui scelto a ragion
veduta per organizzarvi ed assumervi il comando affidatogli. Già, per se stes-
sa, la scelta di Dôle quale centro della sua futura attività bellica dimostrava in
Garibaldi la chiara comprensione dell’importanza militare di quella località
nella situazione generale nella quale egli doveva operare per assolvere il suo
compito iniziale di interdire al nemico la marcia verso il sud, e fu tale scelta
lungimirante, sicura valutazione degli ulteriori sviluppi degli avvenimenti,
che più tardi dimostrarono inequivocabilmente quanto sarebbe stato più op-
portuno difendere Dôle, piuttosto che Digione, come gli venne ordinato dai
dirigenti della guerra.
Il Manteuffel, infatti, per dare il colpo di grazia alla vinta Armata dell’est
del Bourbaki, trascurò Digione e puntò su Dôle.
Dôle fu la culla di quell’Armata dei Vosgi, che Garibaldi doveva organiz-
zare e condurre in quella campagna di Francia, che chiuse la sua leggendaria
vita militare. Come sempre, egli la creò dal nulla, con un semplice atto della
sua volontà, a pezzo a pezzo, di fronte ed a contatto con un nemico prevalen-
te ed incalzante, con i più disparati elementi; lottando contro l’ignavia degli
uni, il malvolere degli altri, l’indifferenza di tutti; esempio, forse unico nella
storia della vita dei grandi capitani, di indomabile carattere, di volontà ferrea,
di fede inconcussa, poiché a lui mancò nella nuova gloriosa fatica il soccorso
della politica ed il consenso della pubblica opinione.
LO STRUMENTO DI LOTTA: L’ARMATA DEI VOSGI
II 16 ottobre, due giorni dopo il suo arrivo a Dôle, della cosiddetta Arma-
ta dei Vosgi non esisteva che un caporale corso e dodici franchi tiratori sban-
dati che il Bordone, il futuro capo di S.M., aveva raccolto alla stazione ferro-
viaria nel momento dell’arrivo di Garibaldi in quella città. L’inizio non era cer-
tamente confortante; ma il generale non ne fu affatto preoccupato: l’Armata si
costituì lo stesso ed egli si accinse all’opera con la sicurezza di condurla a fine.