Page 36 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   mico) e risalirlo niente meno che fino al paese di Corrientes (oltre 600 mi-
                   glia) per andare a dare esca ad una ancora incerta e dubbia sollevazione delle
                   popolazioni di quella provincia, e favorire così le operazioni militari terrestri
                   affidate in quelle regioni al Rivera.
                      L’esecuzione di quest’ordine significava: eludere il blocco della flotta ar-
                   gentina nel Plata, di forza doppia della striminziata flottiglia garibaldina e co-
                   mandata da un espertissimo ammiraglio inglese; sfuggire alla vigilanza e alla
                   offesa del ben munita isola fortificata di Martin Garcia; rimontare l’oceanico
                   corso del Paranà per circa 800 km., fra ostacoli naturali d’ogni sorta che ren-
                   dono difficilissima la navigazione e con le rive in mano al nemico pronto al-
                   la difesa, specialmente nei rari scali d’approdo e nei luoghi di riparo o di so-
                   sta; infine, giungendo miracolosamente a destinazione, gettarsi allo sbaraglio
                   con un pugno d’uomini e coll’incerto aiuto degli abitanti, in una provincia
                   lontanissima dalla capitale e senza speranza alcuna di soccorsi.
                      Ciò nonostante l’impavido eroe nizzardo, fedele alla parola data e fermo
                   fin d’allora alla sua fiera divisa di obbedire senza discutere, badando solo a non
                   offuscar mai la suprema legge del soldato italiano: l’onore, comunque arduo
                   potesse essere il cimento, si gettò con tutta l’energia, la fede e l’impeto del suo
                   animo guerriero, nella folle ed omerica impresa.
                      Sarebbe troppo lungo narrare di questa impresa, durata dal luglio al no-
                   vembre del 1842, tutte le  peripezie, le audacie e le aspre difficoltà affrontate
                   e superate con una tenacia e una forza di volontà addirittura sovrumane.
                      Riassumendo brevemente, ricorderemo il prodigioso passaggio sotto il
                   fuoco delle batterie di Martin Garcia per il solo canale navigabile esistente a
                   breve distanza dall’isola; l’arenamento della Constitucion davanti al confluen-
                   te dell’Uruguay e l’immane lavoro per disincagliarla alleggerendola tempora-
                   neamente dei cannoni; il sopraggiungere della squadra nemica dell’ammira-
                   glio Brown, forte di ben sette navi; il breve combattimento che ne seguì; il di-
                   sincagliamento della  Constitución con l’alta marea e la nebbia provvidenzia-
                   le che permise all’audace flottiglia garibaldina di sfuggire al nemico e d’im-
                   boccare, non vista, il corso del Paranà, mentre il Brown, abilmente inganna-
                   to, andava invece ad inseguirlo lungo il corso dell’Uruguay; le ardite opera-
                   zioni, per la cattura di navi onerarie nemiche, lungo il corso del gran fiume,
                   unico mezzo, per Garibaldi, di rifornirsi per vivere; la perigliosa e difficilissi-
                   ma navigazione fra gli intricati canali del fiume e sotto le frequenti offese del-
                   le artiglierie nemiche postate sulle rive e che si spostavano col procedere del-
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