Page 31 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848 29
suoi all’assalto della munitissima fortezza, che fu eroicamente presa, ma poi
perduta, essendosi le indisciplinate truppe repubblicane abbandonate pur-
troppo al saccheggio e divenute quindi facile preda di un vigoroso contrattac-
co nemico proveniente dalla vicina fortezza di Rio Grande.
In luglio, agosto e settembre dello stesso anno 1840, troviamo Garibaldi
accampato a San Simón, sulla riva nord-orientale della laguna di los Patos, in-
tento a costruire canoe per stabilire traghetti di rifornimento sulla laguna. Ed
essendovi in quei paraggi molti puledri abbandonati dai proprietari fuggiti
per la guerra, Garibaldi ne approfitta per farli prendere al laccio, domarli e
costituire con i suoi marinai montati uno squadrone di cavalleria per ogni
evenienza.
In settembre, grande avvenimento per lui: la nascita del suo primogenito,
a cui, in ricordo del grande martire modenese del ‘31, impone il nome di Me-
notti. Ma dopo solo 12 giorni dal parto, mentre Garibaldi si è allontanato dal
campo in cerca di vesti per la sua famigliola priva di tutto, ecco piombarvi so-
pra una sorpresa di cavalieri nemici. L’eroica Anita fa appena in tempo a bal-
zare su un cavallo e col neonato stretto al petto si dà alla fuga per boschi e at-
traverso torrenti, riuscendo ad eludere le ricerche e a ritrovare miracolosa-
mente il marito che, avvertito, accorreva disperatamente al soccorso.
Intanto però le cose della Repubblica precipitavano a rovina. Mancava
ogni base di rifornimento; defezioni, discordie, malattie; il cerchio degli eser-
citi imperiali si serrava sempre più. Non restava che la soluzione disperata di
raccogliersi ancora una volta nei distretti montani e silvestri del centro e del
nord della regione, per poter prolungare eroicamente la resistenza.
La ritirata generale per i monti, dopo aver raccolto tutti i piccoli distacca-
menti, cominciò verso la metà del 1841, e durò fra disagi, pericoli e stenti
d’ogni genere per tutto quell’anno fino ai primi mesi del 1842. La descrizio-
ne che ne fa Garibaldi nelle sue «Memorie» è di una vivezza tragica che, nel-
la sua nuda sincerità, rivela tutta la parte eroica che egli ebbe nei frequenti
aspri cimenti in mezzo ai quali quella memorabile operazione si svolse; vero
e significativo preludio alla famosa e leggendaria ritirata che l’Eroe doveva
condurre sette anni dopo, attraverso gli Appennini, dopo la caduta della glo-
riosa Repubblica Romana del ‘49.
Soprattutto terribile fu la traversata della grande selva di Las Antas. Arri-
vati di nuovo su Cima da Serra, nel distretto di Vacaria, i laceri resti dell’e-

