Page 29 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 27








                                          LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848                27




                      nisce per diventare un mercenario qualsiasi, cioè un pessimo soldato, che get-
                      terà le armi al primo volger di vento della fortuna e sfuggirà di mano anche
                      ai capi più energici e risoluti. Ecco il profondo e chiaro ammonimento lascia-
                      toci in retaggio dall’uomo leggendario, che pure, per lo straordinario presti-
                      gio di cui godeva come condottiero popolare, doveva meno degli altri sentire
                      il bisogno di quel freno morale che noi chiamiamo «disciplina», perché basta-
                      va che egli si mostrasse in mezzo al pericolo per magnetizzare con la sempli-
                      ce potenza del suo sguardo e col timbro della sua voce anche i meno risoluti
                      e sospingerli con irresistibile slancio ai più ardui cimenti.


                         La discesa dalla Serra, per sentieri da capre, e continuamente assillati dai
                      contadini ostili al partito repubblicano, fu operazione ardua e penosa. Il pic-
                      colo corpo agli ordini di Garibaldi dovette difendersi da terribili imboscate,
                      specie durante i passaggi più scabrosi dei dirupati sentieri, tutte superate pe-
                      rò con una magnifica abilità e fortuna. Così il piccolo corpo poté giungere
                      senza troppe perdite al campo di Malacara, ove si era allora stabilito il quar-
                      tier generale dei repubblicani, a sole 12 miglia da Porto Alegre, e dove si era
                      anche stabilito il presidente Bento Gonçalves, tuttora generale in capo dei Ri-
                      ograndesi.
                         In quel punto, e a malgrado della sospettosa vigilanza del nemico, che con
                      molte forze di terra e di mare occupava sempre Porto Alegre, riuscì al genera-
                      le Gonçalves di riunire tutte le forze repubblicane sparse tuttora per la vastis-
                      sima regione, e a metter insieme quindi un corpo d’esercito di 1000 fanti e
                      5000 cavalieri (in Rio Grande predominavano sempre gli uomini a cavallo)
                      con i quali intendeva far fronte all’esercito nemico che con 4000 fanti, 3000
                      cavalli e molta artiglieria, era uscito da Porto Alegre per dar battaglia campa-
                      le ai Riograndesi.
                         Gonçalves schierò le sue forze nei pressi del fiume Taquari che scorre ad
                      arco a nord di Porto Alegre e immette nel lago Viamao, sulle cui rive appun-
                      to sorge questa città. Nello schieramento le due ali e la riserva erano di caval-
                      leria, il centro di fanteria, ottima specialmente quella di colore. Garibaldi era
                      al centro, in un luogo dominante con i suoi fanti e i suoi marinai. In tutti i
                      Riograndesi era fremente il desiderio di misurarsi col nemico; soprattutto la
                      cavalleria e in specie i fieri liberti neri, armati di lunghe lance e famosi doma-
                      tori di cavalli, ardevano di gettarsi nell’azione. Ma il nemico improvvisamen-
                      te, forse impressionato da quello schieramento dei Riograndesi, rifiutò la bat-
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