Page 38 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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poco fidavasi per le constatate deficienti qualità di coraggio e di energia del
suo comandante, il Villegas. Un legno mercantile, posto presso l’ora detta
squadriglia, avrebbe funzionato da nave ospedale durante il combattimento.
Tutti gli uomini non indispensabili al servizio di bordo furono da Garibal-
di fatti sbarcare e posti sotto il comando del prode maggiore Pedro
Rodriguez, col mandato di manovrare offensivamente sul terreno della spon-
da sinistra, per impedire al nemico la manovra del tonneggio e arrecargli dan-
ni col fuoco da terra, ostacolandone così l’avanzata. Avendo però a sua volta
l’ammiraglio argentino Brown sbarcato sulla stessa sponda circa 500 uomini,
ne seguì un fiero combattimento anche a terra che durò con varie vicende per
le intere due aspre giornate nelle quali si svolse il sanguinoso combattimento
navale, col quale si fuse così da una parte e dall’altra, in un’unica ed armoni-
ca operazione mista.
Durante la prima giornata di combattimento, subito delineatosi violentis-
simo, Brown riuscì a stento a far prendere posizione di battaglia alla sua squa-
dra, molto tormentata dall’intraprendente attività dei tiragliatori garibaldini,
annidati sulla incombente sponda sinistra.
All’alba del giorno 16 la battaglia riprese con un furente fuoco di tutte le
artiglierie delle navi argentine. Brown, conoscendo perfettamente la poca
portata dei cannoni nemici, si teneva a distanza conveniente, tanto che sol-
tanto i cannoni della Constitución potevano danneggiare i suoi legni, mentre
i legni garibaldini erano bersaglio sicuro di tutte le artiglierie nemiche. Que-
sta ineguale lotta si protrasse fra epici episodi per tutta la giornata. I tiraglia-
tori di Rodriguez, col loro fuoco da terra insidioso e vicino, erano il solo mez-
zo per arrecare gravi perdite agli artiglieri nemici e diminuire così il tormen-
to che il tiro dei loro pezzi produceva alla flottiglia di Garibaldi. Numerose
erano già le vittime dalle due parti. Il fiume e la prossima riva balenavano sot-
to il tremendo fuoco e, a terra, frequenti erano gli attacchi e i contrattacchi,
condotti con accanimento e valore grandissimo.
Garibaldi in verità sperava che Brown si decidesse a farsi sotto e a tentare
l’arrembaggio. Meglio affrontare l’àlea di una lotta vicina, che continuare a
subire danni a distanza senza poter rispondere adeguatamente. Ma l’astuto
ammiraglio nemico non si lasciò trascinare a fare il giuoco degli uruguayani.
La flottiglia garibaldina, bersagliata a quel modo, non resisteva che per la so-
vrumana energia del suo comandante che, impavido fra i maggiori pericoli,
accorrendo dovunque fosse necessaria la sua presenza, animando tutti con la

