Page 43 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 43
impag. Libro garib CISM 19-02-2008 13:12 Pagina 41
LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848 41
in città, che il proposito di difendersi ad ogni costo, armata mano, infiammò
tutti. Sorsero per questa ragione le legioni straniere: francese, spagnola e ita-
liana. Così nacque la famosa Legione italiana di Montevideo, della quale pu-
re il nostro Eroe fu chiamato ad assumere il comando. Col ricordo dell’origi-
ne della Legione italiana di Montevideo, che così luminosa orma di valore e
di gloria doveva poi segnare nelle campagne d’America e d’Italia, va legata l’a-
dozione della leggendaria camicia rossa, dapprima usata per una conveniente
fornitura di panno rosso acquistato dal commercio per la Legione, e poi adot-
tata come normale divisa dei legionari; nonché la concessione fatta qualche
anno dopo alla Legione stessa del vessillo nero ornato dall’immagine del Ve-
suvio ardente, simbolo del lutto della patria lontana non ancora redenta e del-
l’ardore dei suoi figli per liberarla dalla schiavitù.
Per circa tre anni (dal principio del ‘43 allo scorcio del ‘45) Garibaldi, con
un’attività più unica che rara, alternò intorno a Montevideo le sue funzioni
di comandante della flottiglia, con quelle di comandante la Legione italiana
a terra. In questa ultima sua funzione, a dir vero, egli venne valorosamente e
con molta intelligenza e abilità coadiuvato dal prode e celebre esule italiano,
suo grande amico, Francesco Anzani, brianzolo, proscritto del ‘21, già stre-
nuo combattente per la libertà della Grecia, della Spagna, del Portogallo e
della Francia, ed ora esule da più anni in America e occupato, fino allora, in
pacifici commerci. Anzani si rivelò un organizzatore di prim’ordine della gio-
vane Legione, soprattutto per la incrollabile fermezza di polso con cui riuscì
a depurarla di alcuni elementi insubordinati che, nella prima sua formazione,
la inquinavano e ad esigere con assai più rigore quella indispensabile ferrea di-
sciplina che Garibaldi, animatore travolgente, ma cuore talvolta troppo inge-
nuo e generoso, non avrebbe forse potuto ottenere.
È rimasto famoso, a questo proposito, il racconto di una scena caratteri-
stica narrata più tardi dal prode generale argentino Bartolomeo Mitre, nelle
sue «Memorie», e di cui egli stesso fu testimonio. Riferendosi alla figura di
Garibaldi, egli scrive:
«L’ultima volta che mi incontrai con lui fu, per caso, nel quartiere della Le-
gione italiana. Anzani, il suo secondo, che era il bastone ferreo della discipli-
na del Corpo, gli rivolgeva queste parole nel momento in cui si disponeva a
castigare alcuni legionari: «Vattene! a questo tu non sei buono!». E Garibaldi
aveva obbedito in silenzio al suo secondo, fermandosi a cavallo sulla porta del
quartiere. Eseguito il castigo, la Legione uscì incolonnata, temprata come una

