Page 45 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848 43
so tamburo rauco e vibrante della Legione suonava la carica alla baionetta e
Garibaldi, alla testa di due colonne d’attacco che convergevano verso il pun-
to delle Tres Cruces, travolgeva il nemico, uccidendogli 36 uomini, e si im-
padroniva della posizione, che era la chiave della linea avanzata degli asse-
dianti.
«Nel Cerrito si era anche inalberata la bandiera d’allarme, e tutte le sue ri-
serve accorrevano frettolosamente al punto attaccato, formate in grosse co-
lonne, vestite di rosso, che le faceva spiccare sul verde della campagna.
«Era prudente iniziare la ritirata, a meno di compromettere senza scopo
una battaglia, e Garibaldi, per ordine del generale Paz, dette il segnale, con-
ducendo personalmente la retroguardia. I nemici, con rinforzi considerevoli,
tentarono di attaccare le colonne della piazza mentre ritornavano a occupare
le loro posizioni, ma due pezzi di artiglieria al comando del tenente Emilio
Mitre (poi generale nell’esercito argentino), situati preventivamente nella
piazzetta della Cordobesa, ruppero il fuoco e trattennero il nemico, così che
la ritirata si effettuò in perfetto ordine.
«Alle ore 6 del pomeriggio, la colonna della piazza, portando in trionfo al-
la sua testa il cadavere insanguinato del colonnello Neira, scortato da 13 ne-
gri che lo avevano strappato dalle mani del nemico, entrava nelle trincee dal
portone centrale, a tamburo battente e bandiere spiegate, in mezzo alle accla-
mazioni della guarnigione. Garibaldi, sereno e modesto, marciava sul suo ca-
vallo rossigno accanto al cadavere».
Un’altra giornata gloriosissima per la Legione italiana si ebbe il 24 aprile
del ‘44 nella sortita della Bajada (probabilmente il fiume chiamato Pantano-
so, nei dintorni di Montevideo), presso il Cerrito, collina poco a nord del
Cerro già caduta in mano del nemico e che era di somma importanza per gli
assediati il riconquistare. Il combattimento fu aspro e sanguinoso e la Legio-
ne vi ebbe ben 70 uomini fuori combattimento. Ma col suo valore e l’impe-
to col quale Garibaldi la condusse a una disperata controffensiva contro il ne-
mico prevalente, salvò da una rotta quasi sicura il grosso delle forze urugua-
yane impegnate in quell’azione.
Circa un anno più tardi, cioè nel marzo 1845, gli uruguayani toccarono
però una nuova disastrosa sconfitta in campo aperto, dove tuttora guerreggia-
va con varia fortuna il generale Rivera con l’intento di contrastare alle forze
di Rosas il pieno dominio delle campagne. Rivera, assalito ad India Muerta,
vi rimase completamente sconfitto e fu costretto a riparare in Brasile. Ma gli

