Page 49 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848 47
memorabile discorso alla Camera dei Pari a Londra nel ‘49 esaltò l’opera sem-
pre insigne e disinteressata del nostro Eroe.
Pervenuto al confluente dell’Uruguay, Garibaldi si separa dalle flotte allea-
te e, con la sua sola flottiglia, comincia a risalire il corso di quel gran fiume.
A questo punto egli, sempre pronto a sfruttare per i suoi scopi militari tut-
te le risorse che era possibile trarre da quel vergine e strano paese, avendo al-
lacciate buone relazioni con i così detti matreros (specie di gauchos, viventi al-
lo stato quasi naturale in quelle regioni e tutti incomparabili cavalieri), ne re-
cluta quanti più può e forma con essi una sua magnifica cavalleria leggera,
rotta ad ogni sbaraglio e capitanata in modo superbo da un tipo irresistibile
di guerriero, il famoso matrero capitano Juan de la Cruz Ledesma, che gli fu
sempre di validissimo aiuto in quella memorabile campagna.
Col concorso di questi cavalieri, seguenti a terra l’avanzata della flottiglia
e preziosi per procurarsi con ardite scorrerie i rifornimenti necessari, Garibal-
di occupa Las Vacas, Mercedes ed altre località importanti lungo l’Uruguay.
Sorprende Gualeguaychù. Passa intrepido con la flottiglia sotto il fuoco della
batteria nemica di Paysandù. Sostiene un vittorioso combattimento presso
l’estancia Hervidero, contro alcune migliaia di argentini condotti dal genera-
le Garzòn e dal colonnello Lavalleja. E finalmente, approfittando di una gros-
sa piena del fiume che facilitava la navigazione, arriva con la sua eroica flot-
tiglia al suo obiettivo: l’importante località di Salto.
La trovò sgombra di abitanti e col nemico (lo stesso colonnello Lavalleja
che già aveva respinto all’Hervidero) accampato e fortificato a venti miglia
più a nord, in località Itapeby. Le sponde del fiume erano pure in mano al ne-
mico, il quale avendo ritirato greggi e mandrie, rendeva ormai infruttuose le
scorrerie della cavalleria garibaldina per procurarsene. Situazione quindi al-
quanto oscura, dalla quale Garibaldi uscì con quella serena fermezza che gli
era consueta in simili casi.
Fece intanto fortificare la città contro ogni possibile attacco per sorpresa
del Lavalleja; ma poi, essendo venuto a conoscenza, grazie a un perfetto ser-
vizio di informatori, della reale situazione del nemico, una sera con 200 uo-
mini di cavalleria e con 100 legionari, mosse improvvisamente verso il cam-
po nemico, coll’intenzione di sorprenderlo nella notte.
Per errore delle guide, la marcia subì qualche ritardo, cosicché quello stra-
no corpo leggero di Italiani e di matreros, arrivò a portata del nemico che al-
beggiava. La sorpresa non era più possibile, ma il ritirarsi senza combattere

