Page 48 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 48
impag. Libro garib CISM 19-02-2008 13:12 Pagina 46
46 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
remo di fissare quelle poche sintetiche considerazioni che meglio potranno
valere a lumeggiare la figura singolarissima del nostro Eroe, quale ci si mani-
festa alla vigilia, si può dire, del suo ritorno in Italia per concorrere prodigio-
samente alla liberazione della Patria.
Lo scopo della spedizione sull’Uruguay era duplice: ravvivare l’insurrezio-
ne non mai spenta nei distretti del vastissimo paese invaso dal nemico e rac-
cogliere e riordinare i dispersi avanzi dell’esercito nazionale del generale Rive-
ra, che era stato disfatto (come abbiamo detto) a India Muerta il 24 marzo
1845.
L’obiettivo essenziale era di poter pervenire a porre stabile piede nell’impor-
tantissima località di Salto, posta a ben 500 chilometri da Montevideo, dalla
quale sarebbe stato possibile raccogliere quei dispersi vaganti in quella regione
e dar la mano ai ribelli non ancor domati di Corrientes, nonché alle vicine re-
gioni del Brasile, dove molti dei dispersi di India Muerta erano riparati.
Questa volta Garibaldi non ha da temere l’accanito inseguimento della
flotta nemica, perché essa, grazie all’azione della flotta alleata anglo-francese,
è in parte distrutta e in parte bloccata in Buenos Ayres. Invece, nell’inizio al-
meno della campagna, cioè durante il viaggio per l’estuario del Plata e fino al-
l’imbocco del fiume Uruguay, egli può contare sull’appoggio delle navi allea-
te, dominanti appunto quell’estuario. E difatti, con l’appoggio di esse, Gari-
baldi sbarca nella città di Colonia e la occupa, e poi riesce ad impadronirsi
senza colpo ferire della già nota isola di Martin Garcia all’imbocco del Para-
nà. Sempre insieme alle navi alleate, prosegue per un tratto il Paranà, distrug-
gendo a poco a poco tutte le batterie costiere nemiche, nonostante la loro ac-
canita resistenza.
Durante queste operazioni preliminari l’attività instancabile e l’alto valore
del nostro Eroe quale condottiero destarono l’ammirazione e l’entusiasmo de-
gli ammiragli alleati, esperti conoscitori della situazione e delle sue reali dif-
ficoltà; ma nello stesso tempo suscitarono, fra alcuni elementi stranieri, gelo-
sie e invidie feroci che si scatenarono poi in atroci calunnie, delle quali però
il tempo e autorevoli e sdegnose smentite di testimoni oculari fecero ampia
giustizia. Specialmente emissari della volpina diplomazia della Francia di Lui-
gi Filippo, lanciarono, allora e poi, accuse di banditismo, di brigantaggio e di
filibustierismo, delle quali fu però, come si è detto, luminosamente provata
la piena ed assoluta infondatezza. Solenne fu poi la smentita fatta pubblica-
mente dal rappresentante inglese a Montevideo, Lord Howden, che, in un

