Page 37 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                                          LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848                35




                      la fantastica flottiglia; gli approdi per sorpresa in cerca di cose necessarie alla
                      continuazione dell’impresa, e gli aspri scontri a terra che sovente ne seguiro-
                      no la faticosissima manovra del tonneggio per superare a forza di braccia le
                      rapide del fiume, sempre minacciati da presso dall’implacabile nemico; il fe-
                      lice incontro con la piccola flottiglia (due lancioni e una balandra armati in
                      guerra) inviata in soccorso di Garibaldi dagli alleati della ancor lontana pro-
                      vincia di Corrientes, con ottimi piloti e viveri freschi; e finalmente il fatale ar-
                      resto a Costa Brava (dopo circa 700 km. e un mese e mezzo di così dura na-
                      vigazione) di fronte a un insormontabile banco emerso per la eccezionale ma-
                      gra del fiume e che precludeva il passaggio della maggior nave di Garibaldi,
                      la Constitución.
                         Costretto quindi a fermarsi, Garibaldi dovette subito preoccuparsi di un
                      probabile attacco della squadra di Brown, il quale, ormai certamente chiarito
                      l’inganno, doveva essersi messo sulle sue tracce lungo il Paranà. E difatti il 15
                      giugno 1842 il nemico comparve fidente nella propria forza tanto superiore
                      e sicuro della vittoria. Ne seguì il memorabile e glorioso combattimento na-
                      vale e terrestre di Costa Brava (o di Nueva Cava) di cui diremo con qualche
                      maggior dettaglio.
                         La flottiglia di Garibaldi trovavasi ferma e raccolta presso la sponda sini-
                      stra del Paranà, lungo un canale d’acqua abbastanza largo e profondo e sotto
                      il banco che le aveva impedito di proseguire, almeno con le navi di maggior
                      pescaggio. La prossimità della sponda avrebbe consentito a Garibaldi di ab-
                      bandonare senz’altro le navi, far sbarcare tutta la gente e proseguire per terra
                      verso il suo obiettivo Corrientes. Ma un simile partito, certamente assai me-
                      no periglioso che non l’affrontare il poderoso attacco delle navi nemiche, non
                      era affatto nel gusto del prode marinaio italiano, pel quale fu sempre legge
                      più assai della vita, la eroica tutela dell’onor militare. E i suoi, che ben cono-
                      scevano il loro capo, si apprestarono con lo stesso entusiasmo ad accettare
                      bravamente l’impari lotta, senza la possibilità di ritirata, almeno lungo il fiume.
                         Garibaldi dispose in linea i suoi legni, ormeggiandoli con grande fatica a
                      partire dalla prossima riva sinistra, vicino alla quale ancorò uno yacht mercan-
                      tile su cui fece collocare quattro cannoni. In mezzo pose il Pereyra e alla sua
                      destra, dove l’acqua era più profonda, la Constitución. La batteria di sinistra
                      della corvetta, che aveva più pezzi e di maggior potenza, infilava nettamente
                      il canale navigabile lungo il quale stava per avanzare il nemico. Dietro, in se-
                      conda linea, aveva posto la flottiglia leggera di Corrientes, della quale però
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