Page 121 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                121


                  Tale  organizzazione  rimase  sostanzialmente  immutata  fino  all’armistizio
               dell’8 settembre e modifiche di rilievo riguardarono solo la contrazione dei 2 uf-
               fici Operazioni (I e II) in un unico Ufficio; la costituzione del Comando superiore
               telecomunicazioni; il potenziamento dell’Ufficio difesa contraerei; la trasforma-
               zione della III Sezione dell’Ufficio difese contraerei in Ufficio avvistamento e
               allarme aereo; la formazione del Comando superiore telecomunicazioni, posto
               alle dipendenze del sottocapo di Stato maggiore per le operazioni e formato con
               elementi dell’Ufficio telecomunicazioni dello Stato maggiore dell’Esercito e del
               Reparto collegamenti dell’Ispettorato del Genio.
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                  In relazione al Comando supremo ricordiamo, nel 1943, il r.d.l. n. 63 , che
               ripristinava la carica di sottocapo di Stato maggiore generale. Inoltre, il Comando
               fino all’8 settembre viene presieduto sempre dal capo di Stato maggiore generale,
               coadiuvato dal sottocapo e dal generale addetto e supportato dalla Commissione
               consultiva per il diritto di guerra. La sua struttura è costituita dalla Segreteria par-
               ticolare del capo di Stato maggiore generale e Segreteria particolare del sottocapo
               di Stato maggiore generale; I Reparto, composto dagli uffici Operazioni Esercito,
               Operazioni Marina, Operazioni Aeronautica e Comunicazioni; II Reparto, com-
               posto dagli uffici Servizi, Carburanti ed Economia di guerra; III Reparto, struttu-
               rato negli uffici Personale, Affari generali e Cifra e nel Comando Quartier gene-
               rale; SIM e Ufficio traffico, alle dirette dipendenze del generale addetto.
                  Nel frattempo, Vittorio Emanuele III aveva riassunto, dopo il 25 luglio, il co-
               mando delle truppe operanti, delegato nel giugno 1940 a Mussolini, riacquistan-
               do, quindi, in tutta la sua valenza istituzionale, il ruolo di comandante supremo
               delle Forze armate.
                  Dopo  l’armistizio,  presso  il  Governo  Badoglio  riprendeva  a  funzionare  il
               Comando supremo delle Forze armate che, in ragione della nuova situazione, ve-
               deva modificate e ridotte le proprie funzioni e il capo di Stato maggiore generale,
               non avendo più il controllo di alcuna unità operativa, finì per svolgere, di fatto, la
               semplice funzione di consigliere delle autorità alleate presenti in Italia.
                  Dalla fine del 1943 e fino al termine del conflitto, il Comando supremo fu
               oggetto di numerosi riordinamenti. Ad esempio, nel novembre 1943 la sua or-
               ganizzazione comprendeva il Reparto operazioni, che dal dicembre successivo
               assume  la  denominazione  di  Reparto  operazioni  e  informazioni,  articolato  in
               Ufficio operazioni, Ufficio informazioni (SIM) e Ufficio affari vari, dal quale
               dipendevano il Quartier generale, l’Autodrappello e la Sezione Carabinieri reali
               e che dal dicembre successivo mutava il nome in Ufficio affari civili, affari vari e
               segreteria. Inoltre, ulteriore articolazione del Comando supremo era la Missione
               militare presso il Comando in capo alleato.




               70   Convertito in legge con l. 10 mag. 1943, n. 514.
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