Page 126 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 126

126                                          Il RegIo eseRcIto e I suoI aRchIvI


            e 12ª); 4° Dipartimento e Grande comando di Bologna , comprendente 3 divisioni
            attive (4ª, 7ª e 13ª); 5° Dipartimento e Grande comando di Torino, comprendente
            la Divisione territoriale di Torino e una divisione attiva (1ª).
               Le 13 divisioni attive venivano costituite, ciascuna, su 2 brigate di Fanteria e
            da un’aliquota variabile di corpi e reparti sussidiari: tale struttura rimaneva pres-
            soché invariata fino al 1925, indipendentemente dall’aumento del numero delle
            grandi unità.
               Nel settembre del 1860, entrata in campagna una parte dell’Armata sarda per
            l’occupazione prima delle Marche e dell’Umbria e poi del Meridione, venivano
            mobilitati i grandi comandi e le truppe del 4° e del 5° Dipartimento che formaro-
            no il IV e il V Corpo d’armata, con un totale di 5 divisioni, 9 brigate di Fanteria
            e una brigata di Cavalleria.
               Dopo l’annessione delle province meridionali veniva costituito, a Napoli, il
            6° Grande comando, con giurisdizione su tutto il territorio delle Due Sicilie. In
            seguito alle ulteriori annessioni territoriali si introducevano alcune modifiche.
            Ad esempio, venivano aboliti i comandi di corpo d’armata costituiti per la guer-
            ra; i dipartimenti venivano strutturati in 21 divisioni; e, visto che nell’ultima
            campagna gli stati maggiori di alcuni grandi comandi avevano dovuto lasciare
            le loro sedi per mettersi a capo delle truppe mobilitate, istituiti, per ciascun gran
            comando, 2 stati maggiori, uno competente per le divisioni attive di campagna
            (Stato maggiore «mobile») e l’altro per il settore territoriale (Stato maggiore
            «territoriale»).
               Ciò comportò una nuova organizzazione dei comandi militari: 1° Dipartimento
            e Grande comando di Torino, comprendente le divisioni di Alessandria, Genova
            e  Torino  e  la  Sottodivisione  di  Novara;  2°  Dipartimento  e  Grande  coman-
            do  di  Milano,  comprendente  le  divisioni  di  Brescia,  Cremona  e  Milano  e  la
            Sottodivisione  di  Pavia;  3°  Dipartimento  e  Grande  comando  di  Parma,  com-
            prendente le divisioni di Modena, Parma e Piacenza; 4° Dipartimento e Grande
            comando  di  Bologna,  comprendente  le  divisioni  di Ancona,  Bologna  e  Forlì
            e la Sottodivisione di Rimini; 5° Dipartimento e Grande comando di Firenze,
            comprendente le divisioni di Firenze e Livorno e le sottodivisioni di Perugia e
            Siena; 6° Dipartimento e Grande comando di Napoli, comprendente le divisioni
            di Bari, Cagliari, Catanzaro, Chieti, Napoli, Palermo e Salerno e le sottodivisioni
            di Messina e Siracusa.
               Tale ordinamento, adattato d’urgenza alle nuove condizioni territoriali, rive-
            lò subito eccessive sproporzioni tra le ampiezze territoriali delle diverse zone
            dipartimentali e rimaneva in vigore solo fino all’8 giugno 1862 quando furono
            introdotti importanti cambiamenti: abolizione dei 2 stati maggiori; istituzione,
            per il Dipartimento di Napoli, del Comando delle truppe attive cui viene affidata
            la direzione dei reparti mobilitati per la lotta contro il brigantaggio; abolizione
   121   122   123   124   125   126   127   128   129   130   131