Page 499 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  499


               Nei primi anni della sua attività il Comitato aveva raccolto cimeli, opere a stam-
               pa e documenti che dovevano formare, non appena avute in consegna le sale
               presso il monumento a Vittorio Emanuele II a Roma, le «collezioni» dell’archi-
                                                                     299
               vio, della biblioteca e del Museo centrale del Risorgimento . L’attenzione del
               Comitato  si  spostò,  a  partire  dal  1915,  anche  alle  testimonianze  del  conflitto
               allora in corso e, nel suo programma, pubblicato il 1° agosto e firmato dal presi-
               dente  Paolo  Boselli,  chiamava  a  collaborare  gli  enti  pubblici  e  privati,  i  suoi
               membri corrispondenti, gli studiosi e la stampa quotidiana. Proponeva poi, come
               tipi di documenti da ricercare e acquisire, i manifesti governativi, ordini del gior-
               no  militari,  proclami,  bandi,  ordinanze,  manifesti  «volanti»,  canti  popolari,
               «tutte, insomma, le pubblicazioni effimere (in edizioni originali) rispondenti ad
               un intento momentaneo e fuggevole, o fatte a scopo di larga notorietà e propa-
               ganda»; i diari e la corrispondenza di militari, documenti su atti di insigne valore,
               schede biografiche dei decorati e dei caduti; materiale grafico (ritratti di combat-
               tenti caduti e di «segnalato valore», istantanee di località e di azioni militari,
               illustrazioni di propaganda e caricature); atti, documenti e stampati governativi e
               privati sulla preparazione e l’assistenza civile.
                  Il tutto, chiariva il programma, senza pretendere di sostituirsi ad altri organi
               o di usurparne le funzioni:

                  Il  lettore  noterà  che  non  è  stata  segnata  una  speciale  rubrica  per  i  documenti
                  dell’azione militare di terra e di mare. E se ne comprendono le ragioni. A parte la
                  necessità di subordinare rigorosamente, in questo periodo, ogni indagine alle esi-
                  genze di tutto l’andamento tecnico della guerra, è noto che alla raccolta di tali
                  elementi provvederà direttamente l’Ufficio storico dello Stato maggiore, di cui



                  Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, in «Rassegna storica del Risorgimen-
                  to», II (1915), 4-5, pp. 702-712; P. boselli, Comitato nazionale per la storia del Risorgi-
                  mento. Relazione presentata sull’opera svolta dal Comitato dall’inizio dei suoi lavori (4
                  aprile 1909) al 15 giugno 1916 (Ministero dell’istruzione), Roma, Tip. Camera dei depu-
                  tati, 1916; G. Gentile, Dal Comitato nazionale per la storia del Risorgimento al R. istituto
                  storico italiano per l’età moderna e contemporanea. Relazione di S.E. il ministro dell’E-
                  ducazione nazionale, San Casciano Val di Pesa, Stab. tip. f.lli Stianti, 1937; M. baioni,
                  La «Religione della Patria»…citata. Inoltre, AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 301 (già
                  305), fasc. 3, s.fasc. «Circolari relative alla raccolta e conservazione del carteggio di valo-
                  re storico, 1915-1935».
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                   Il Museo venne inaugurato nel 1970 e, prima di tale data, era stata solo allestita, in alcune
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                  ma sezione dell’Esposizione romana per il cinquantenario dell’Unità. Cfr. a.M. arPino, il
                  Museo centrale del Risorgimento, in «Rassegna storica del Risorgimento», LVIII (1971),
                  2, pp. 305-310; [a.M. Ghisalberti], A proposito del Museo centrale del Risorgimento, in
                  «Rassegna storica del Risorgimento», LXI (1974), 4, pp. 597-598.
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