Page 503 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito 503
sede naturale ed accrescere in pari tempo il materiale che l’Ufficio storico è già
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riuscito a raccogliere col ritiro, quasi ultimato, dei carteggi dei corpi d’armata .
Veniva così diffusa, nell’aprile 1925, la già citata circolare del Ministero della
guerra n. 3040 che, nella seconda parte, riconosceva la possibilità di consentire
ai musei dell’Esercito la conservazione di alcuni documenti di carattere ufficiale
e storico ma, contemporaneamente, ribadiva la necessità di evitare che tali tipo-
logie di atti andassero disperse
in musei di carattere privato, anche se questi assumano il carattere di archivi di
guerra presso musei comunali, o simili. | Ai musei privati, che non sono sorveglia-
ti dalle autorità militari, potranno invece affluire i cimeli di guerra, ed i documen-
ti di carattere privato, che possono acquistare un’importanza storica, od un parti-
colare rilievo per le persone o gli avvenimenti a cui si riferiscono. Sarà anzi
opportuno che le autorità militari contribuiscano, per quanto riguarda, a facilitare
l’opera altamente benemerita svolta dagli ordinatori dei musei, o dalle ammini-
strazioni comunali o provinciali. | Le autorità militari hanno d’altra parte il preci-
so dovere di informare l’Ufficio storico dell’esistenza di documenti ufficiali in
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sede non competente .
Nonostante queste iniziative dell’Ufficio storico il Museo della guerra di Milano
continuò un’attività finalizzata all’acquisizione di carte spesso spettanti all’Uffi-
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cio che, per arginare questa tendenza, generale, da parte di enti e privati a
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In occasione dell’attrito sorto nel 1925 con il Museo del Risorgimento nazionale di
Milano, l’Ufficio storico otteneva una consulenza tecnico-normativa da Eugenio Casanova
che, successivamente, criticò duramente i cosiddetti «archivi della guerra», definendoli
«collezioni di specialità» e «frantumi incompleti». Cfr. Archivi della guerra, in e.
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Casanova, archivistica, Siena, Stab. arti grafiche Lazzeri, 1928 , pp. 248-250. Inoltre, cfr.
AUSSME, Fondo a r, b. 9, fasc. 93.
305 Circolare Ministero della guerra, Gabinetto del ministro, Segreteria militare,
Riordinamento e conservazione del carteggio di guerra. Documenti di carattere ufficiale
e di carattere storico, 17 apr. 1925, n. 3040 prot. riservatissimo, a firma, per il ministro,
del gen. A.[mbrogio] Clerici e, p.c.c., del col. A.[lfredo] Guzzoni, indirizzata ai comandi
di corpo d’armata e, p.c., ai comandi designati d’armata, al Comando generale dell’Arma
dei CCRR, allo Stato maggiore centrale e agli uffici dei generali a disposizione delle varie
armi, in AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 301 (già 305), fasc. 3, s.fasc. «Circ. (DS e
MS) relative alla raccolta e conservazione del carteggio di valore storico ecc. Carteggio
riguardante il ‘Gruppo Ufficio storico’ (attività clandestina post armistizio 8.9.1943)».
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Ad esempio, contattando direttamente i comandi di grandi unità come nel caso della richiesta
di documenti che Antonio Monti, allora soprintendente del Museo del Risorgimento e
Museo di guerra di Milano, inviava nel 1936 al comandante del IV Corpo d’armata in
Africa orientale, il gen. Ezio Babbini. Cfr. AUSSME, D 5. Carteggio sussidiario corpi