Page 500 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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sono note le altissime benemerenze nel campo dei nostri studi. | Del resto anche
per tutto il rimanente materiale che verrà raccolto, il Comitato si propone e si
impone, ove ne sia il caso, il più prudente riserbo conforme alle norme che sono
adottate per il materiale storico conservato negli Archivi e nelle Biblioteche del
Regno .
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Dopo la pubblicazione della circolare, Boselli e il presidente del Consiglio Salan-
dra, nello stesso mese di agosto, chiedevano il sostegno dell’Esercito rivolgen-
dosi direttamente al gen. Cadorna. In particolare, il primo richiedeva all’allora
capo di Stato maggiore (Comando supremo) di assecondare e supportare l’attivi-
tà del Comitato che si proponeva di raccogliere testimonianze preziose, garanten-
do una «perfetta discrezione» e senza invadere il campo ragionevolmente riser-
vato all’Ufficio storico dell’Esercito. E l’istituzione militare aderì all’iniziativa
favorendo, tramite la Sezione storica del Comando supremo, l’opera di acquisi-
zione svolta, nelle varie località della zona di guerra, dal rappresentante del
Comitato, il prof. Libero Fracassetti .
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Ma le relazioni si complicarono nel 1919 quando il Comitato chiedeva al
Ministero dell’istruzione, allora diretto da Alfredo Baccelli, un decreto di auto-
rizzazione per riunire e conservare i documenti della guerra. E un sostegno indi-
retto alla difesa delle competenze dell’Ufficio storico veniva dall’Amministra-
zione archivistica che si pronunziava contro il decreto, emanato il 9 ottobre 1919,
in quanto considerava l’autorizzazione concessa al Comitato «esorbitante» dalle
facoltà del ministro dell’Istruzione. Di fronte a tale protesta, e alle irregolarità
formali, il ministro dell’Interno, il 16 febbraio 1920, annullava il provvedimento
e stabiliva che al Comitato spettavano solo i «documenti bibliografici» e «gli
oggetti di pertinenza d’un museo», escluso, perciò, il materiale archivistico,
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compreso quello di origine militare .
Decisamente più «vivaci» le relazioni tra l’Ufficio storico e l’Archivio di
guerra istituito presso il Castello sforzesco di Milano (Museo del Risorgimento);
e questo soprattutto per l’atteggiamento «aggressivo» e non rispettoso dei ruoli
e delle competenze istituzionali assunto dal personale dell’Archivio di guerra
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Testo del programma in P. boselli, Raccolta di testimonianze e di documenti storici
sull’attuale Guerra italo-austriaca, in «Rassegna storica del Risorgimento», II (1915),
4-5, pp. 713-716.
301 Boselli chiedeva di far coadiuvare il prof. Fracassetti dal cap. Cesare Cesari, in forza alla
Sezione storica e membro corrispondente del Comitato.
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Su questo episodio si veda a. Panella, Chiose a un decreto, in id., Scritti archivistici, Ro-
ma, Ministero dell’interno, 1955 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, XIX), pp. 107-111.
Inoltre, Materiale per la storia della guerra italiana, in «Gli Archivi italiani», VI (1919),
4, rubrica Notizie, pp. 260-261.